Repubblica it - Nuova scuola, dopo lo stop si punta sulla legge delega
Il ministro Moratti potrebbe rinunciare al ddl per evitare un nuovo altolà alla riforma Nuova scuola, dopo lo stop si punta sulla legge delega di GIANCARLO MOLA ROMA - La riforma della scuo...
Il ministro Moratti potrebbe rinunciare al ddl per evitare un nuovo altolà alla riforma
Nuova scuola, dopo lo stop si punta sulla legge delega
di GIANCARLO MOLA
ROMA - La riforma della scuola andrà in porto, giura Letizia Moratti il giorno dopo lo stop del Consiglio dei ministri. Ma da oggi sarà necessario correggere il tiro, per evitare una bocciatura che sarebbe stavolta definitiva, oltre che imbarazzante. Il primo cambiamento sarà probabilmente tecnico: non più un disegno di legge - come voleva il ministro dell'Istruzione per portare a casa un successo chiaro e inequivocabile - ma una legge delega. Al Parlamento sarebbe affidato il compito di fissare i principi cardine della riorganizzazione della scuola, mentre la loro applicazione concreta diventerebbe oggetto di decisione dell'esecutivo. Poi ci saranno da superare le obiezioni che venerdì hanno scatenato il fuoco incrociato di Lega e centristi, spalleggiati per l'occasione dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti: copertura finanziaria, gestione federalista dell'istruzione e inserimento precoce nella scuola dell'infanzia e primaria.
Il tour de force non è finito. Anzi, bisogna ripartire.
La Moratti non ha gradito affatto di essere stata "rimandata". E ha preteso che i suoi esami di riparazione fossero fissati in tempi brevissimi: una o due settimane al massimo, cioè il prossimo Consiglio dei ministri o quello successivo. E così si è rimessa a studiare sodo, come è abituata a fare, per trovare una soluzione. Offrendo la disponibilità anche a qualche concessione. La prima è proprio quella della legge delega. Sembra che l'idea sia stata lanciata da Tremonti. Ieri, poi, ne ha parlato ufficialmente Rocco Buttiglione: "Ci stiamo riflettendo", ha spiegato il ministro delle Politiche comunitarie.
Anche sugli altri nodi, finanziari e di merito, la Moratti cercherà un compromesso. L'incidente di percorso di venerdì ha infatti dato fiato alle critiche dei sindacati e dell'opposizione: a questo punto la tenuta del governo e della maggioranza è diventata questione cruciale. Per l'Ulivo ha parlato Francesco Rutelli in persona: "Dopo essere stato bocciato dagli studenti, il ministro è stato bocciato pure in Consiglio dei ministri", ha commentato sarcastico. Ma anche le regioni hanno approfittato dello scivolone per togliersi un sassolino che era rimasto nelle scarpe dopo l'incontro col ministro di giovedì: "Il documento della riforma è stato fornito sia ai giornali sia ai sindacati, ma non a noi. È stato l'ennesimo schiaffo istituzionale", dice Adriana Buffardi, assessore campano alla Pubblica istruzione. "Non c'è stata disponibilità allo scambio e al confronto", aggiunge il presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani.
Insoddisfatti e allarmati, infine, i sindacati. Che oltre alle forti perplessità nel merito, adesso avanzano dubbi anche sullo strumento della legge delega. Cgil e Cisl sono decisamente contrarie: "La riforma dell'istruzione non è materia di delega ma di partecipazione", spiega Enrico Panini, della Cgil scuola. Che aggiunge: "È sorprendente che a maggio 2001 il governo annunci la sospensione dei cicli per avviare una grande campagna di consultazione e che a gennaio 2002 si cominci a parlare di delega".