Repubblica it: Napolitano, allarme conti pubblici. "Ricondurre debito sotto controllo"
Il presidente alla Sapienza insiste sulla necessità di contenere la spesa ma anche di rivederne i capitoli: "E' meschino sottovalutare la ricerca" E studenti e ricercatori inscenano una nuova protesta anti-Gelmini
ROMA - La spesa pubblica è "oltre i limiti di indebitamente tollerabile", e anche per questo bisogna "ricondurre sotto controllo il debito pubblico pesante": lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parlando oggi all'università La Sapienza della capitale. Con gli studenti che hanno inscenato una nuova protesta anti-Gelmini.
"C'è una enorme difficoltà - ha sottolineato il capo dello Stato, nel suo discorso - a modificare l'ordine delle voci della spesa pubblica, che si sono venute incorporando attraverso comportamenti pluridecennali e quindi a introdurre priorità che modifichino quelle che, essendo riconosciute come tali, si sono sedimentate nel volume di una spesa pubblica che ha ecceduto largamente i limiti di un indebitamento normale e tollerabile e che senza dubbio deve essere ricondotto sotto controllo".
"Mi auguro - ha detto ancora Napolitano - che in questo sforzo anche di superamento della situazione debitoria pesante per lo Stato italiano si riescano ad affermare altre priorità nella distribuzione dei fondi pubblici". Ad esempio, la ricerca, settore nel quale "preoccupa la carenza dei mezzi e dei fondi: è meschino sottovalutare l'importanza della ricerca", e il modo in cui "incide sullo sviluppo economico ma anche umano di tutto il Paese".
"Abbiamo un ritardo serio da colmare", ha concluso il presidente della Repubblica. Stigmatizzando "la caduta dei fondi per la ricerca in Italia, negli ultimi venta'nni, passata attraverso diversi periodi politici e diversi governi".
Accolto dal rettore della Sapienza Luigi Frati, il capo dello Stato è stato salutato, al suo ingresso nell'aula magna, da un prolungato applauso. Ma la sua visita è stata anche un'occasione, per gli studenti e precari, di inscenare una nuova protesta contro il ministro dell'Università Mariastella Gelmini: due ricercatori si sono calati con una corda dalla facoltà di Lettere, per poi dare vita, in aula magna, a una dimostrazione silenziosa (in tutto una veentina di persone): "No lodo Gelmini, da La Sapienza, a l'ignoranza", c'era scritto su uno dei cartelli esposti.
"Il nostro - hanno spiegato i ragazzi - è stato un gesto non contro il presidente Napolitano ma solo per puntare l'attenzione sui precari e dottorandi della ricerca che lavorano per realizzare i progetti alcuni dei quali premiati oggi". Gli studenti oltre ai cartelli hanno distribuito una lettera indirizzata a Napolitano, "che non siamo riuscito a consegnare".