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Repubblica it: La scuola dei dispersi e dei bocciati l'istruzione perde 130mila studenti

Per la prima volta il ministero fornisce le cifre sui cosiddetti 'insuccessi' L'indagine campionaria sull'anno 2005-2006 per capire cosa succede in Italia

23/11/2006
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la Repubblica

di SALVO INTRAVAIA

Oltre 100 mila alunni abbandonano i banchi ad anno scolastico iniziato e 300 mila ragazzi rimediano una sonora bocciatura a giugno. Sono questi, in sintesi, i numeri della cosiddetta dispersione scolastica in Italia. Il ministero della Pubblica istruzione per la prima volta ha reso noto un quadro abbastanza completo sull'insuccesso scolastico. Lo ha fatto attraverso un'indagine campionaria sugli esiti dell'anno appena concluso (il 2005/2006) che ha il merito di fornire, oltre ai già noti tassi di bocciatura, anche le percentuali dei ritirati, il nocciolo duro della cosiddetta 'dispersione scolastica'.
"Per approfondire il tema della dispersione scolastica e descriverne le dinamiche evolutive il ministero della Pubblica istruzione ha condotto un'indagine campionaria sugli esiti degli scrutini nelle scuole secondarie di primo e secondo grado statali e non statali paritarie su tutto il territorio nazionale". Lo studio illustra la dispersione attraverso semplici percentuali che tradotte in numeri danno un'idea abbastanza precisa del fenomeno su cui il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, si è soffermato più volte in questi primi sei mesi di legislatura.

La dispersione. Oggi, gli esperti preferiscono parlare di insuccesso scolastico. Si tratta di un fenomeno dagli elevati costi economici e sociali come ha avuto modo di dire recentemente il Commissario europeo per l'istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, Jan Figel: "Se dimentichiamo la dimensione sociale dell'istruzione e della formazione, rischiamo di incorrere in seguito in notevoli spese riparative". Rientrano nella contabilità dei 'dispersi' i bocciati, coloro che abbandonano le aule scolastiche a metà anno e i cosiddetti evasori, coloro che pur essendo in età scolare (in alcuni casi addirittura in 'obbligo scolastico') non si sono mai iscritti a scuola o non hanno frequentato neppure un giorno di lezione.
Nella statistica ministeriale è l'unica voce che manca all'appello. Nel computo dell'insuccesso scolastico, al superiore, rientrano anche gli ex rimandati, ora promossi con debito.
I dati. Secondo l'indagine effettuata su un campione di 2.305 scuole italiane (1.279 scuole medie e 1.026 superiori), nell'anno scolastico 2005/2006, 7 ragazzini della media su mille hanno preferito abbandonare gli studi a metà anno e il 3 per cento non è riuscito ad ottenere la promozione. Ma la lettura del successo scolastico, alla media, passa anche attraverso l'esito dell'esame finale. Il 63 per cento è stato promosso con votazioni medio-basse e addirittura uno su tre (il 37 per cento) col minimo: 'sufficiente'. La situazione peggiora al superiore dove i 'non ammessi' (i bocciati) schizzano all'11,6 per cento e i ritirati al 4,2.
Enorme anche il numero di studenti che se ci fossero ancora gli esami di riparazione a settembre dovrebbe ancora conquistarsi la promozione all'anno successivo. Il 42,1 per cento dei ragazzi dei primo quattro anni è promossa con debito. Si tratta di percentuali che tradotte in numeri portano a oltre 100 mila ritirati (12 mila alla media e 90 mila al superiore) e 300 mila bocciati: 51 mila alla media e 250 mila al superiore. Quasi un milione i ragazzi del superiore 'promossi con debito'. Ma quali sono gli scogli più difficili da superare? Alla scuola media è il secondo anno il più ostico da affrontare e al superiore il primo. In Italia, sono le regioni del Sud, con in testa le Isole, a fare registrare i livelli più alti di dispersione.
I dati confermano anche la maggiore bravura delle ragazze nei confronti dei compagni di sesso maschile. Ma anche la dimensione della scuola ha la sua importanza: alla media, il numero di bocciati e ritirati aumentano al crescere del numero di alunni che frequentano la scuola. Al superiore sono i ragazzi dei licei i più bravi, con meno bocciati e 'pochì promossi con debito. Dall'indagine condotta da viale Trastevere fanno un figurone gli istituti privati. Mediamente per le medie e superiori paritarie si registrano tassi di bocciatura e di abbandono pari alla metà dei corrispondenti valori delle scuole statali. Prof più bravi e più accondiscendenti?
I costi. Se un ragazzo si ritira al terzo anno del superiore brucia oltre 15 mila euro. Costo che per ogni bocciatura cala a circa 5.100 euro. A conti fatti la dispersione scolastica costa al sistema Paese qualcosa come 3,5 miliardi di euro l'anno. Una cifra che, da sola, sfiora il 10 per cento dell'intero bilancio del ministero della Pubblica istruzione.


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