Repubblica it: "La nostra scuola è in gabbia". I presidi si incatenano al Ministero
Cancellati 73 milioni, "con cui le scuole pagano tutto. Ma non bastano per l'essenziale" La protesta a Roma. E il ministro annuncia che i tagli scenderanno a 30mila
di MARIO REGGIO
ROMA - Trenta presidi incatenati davanti ai cancelli del ministero della Pubblica Istruzione. Sono tutti iscritti alla Cgil. Una mobilitazione diversa da quelle che hanno visto migliaia di studenti assediare il quadrilatero di viale Trastevere. Perché hanno deciso di dare vita ad un gesto così estremo? Il ministero ha cancellato i 73 milioni di euro destinati alle spese correnti degli istituti scolastici. Niente carta igienica, materiale per le pulizie, ma anche per le supplenze brevi e le magre indennità per i commissari che dovranno partecipare alle commissioni per la maturità. Zero euro anche per pagare alle Asl le visite fiscali dei prof malati.
I presidi sono arrivati a Roma da tutte le Regioni per chiedere al ministro Gelmini di non mettere in ginocchio le scuole pubbliche che, solo nel 2009, perderanno 427 milioni di euro per il funzionamento ordinario: oltre alla carta per le fotocopie i piani di offerta formativa, i corsi di recupero per i debiti scolastici degli studenti, il pagamento alle ditte delle pulizie e la formazione del personale. Un taglio a cui si aggiunge più di mezzo miliardo di euro di tagli accumulati negli anni scorsi.
"Siamo qui per dimostrare che le scuole italiane sono state ridotte in catene", spiega Armando Catalano, responsabile nazionale dei dirigenti scolastici della Flc-Cgil. "Le scuole -continua Catalano- non hanno più i soldi per chiamare i supplenti o per pagare il gessetto, perché per la prima volta sono state costrette a fare i bilanci senza i fondi per il funzionamento ordinario". Catalano, incatenato ad altri suoi colleghi, lamenta anche l'onere in più per le scuole, derivante, a suo avviso dalle spese che gli istituti devono sostenere per l'obbligo, introdotto dal ministro Brunetta, di sottoporre a visita fiscale i dipendenti anche per un solo giorno di assenza. "Per la prima volta le dobbiamo pagare come scuola -spiega- eppure soldi specifici non ne sono stati trasferiti".
Ma dal ministero arrivano segnali di pace. Dopo un'ora di faccia a faccia tra il direttore generale per le risorse del Miur Domenica Testa, il coordinatore nazionale Presidi Flc-Cgil Armando Catalano, la segretaria della Flc-Cgil Gianna Fracassi, la responsabile del settore amministrativo e finanziario della Flc-Cgil Anna Maria Santoro e i due dirigenti scolastici Gianni Carlini da Frosinone e Federico Marucelli di Firenze. Il ministero, ha affermato Catalano ha rassicurato il sindacato su alcuni problemi della scuola come per le supplenze: "Si possono nominare i supplenti - ha riferito Catalano - anche se non ci sono i soldi perché il conferimento della supplenze vuol dire garantire il diritto allo studio e non può essere opzionale".
Sull'argomento il Miur si è impegnato a diffondere una nota di chiarimento ai presidi scolastici. Il ministero ha dato rassicurazioni anche per il tavolo interistituzionale per le visite fiscali e per il funzionamento amministrativo. Su quest'ultimo punto il ministero si è impegnato di stilare un piano entro 10 giorni. "Abbiamo trovato una grande sensibilità nel direttore generale Testa - ha aggiunto Catalano - non sappiamo se la stessa sensibilità la troveremo in un livello più alto".
Nel pomeriggio è intervenuto il segretario nazionale della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil: "Nell'incontro di stamattina tra la Flc-Cgil e il ministero dell'Istruzione si è ottenuto un "primo parzialissimo risultato sulle supplenze e le visite fiscali, ma rimangono aperti tutti i nodi. Ci hanno assicurato che i 126 milioni relativi alle supplenze del 2007 saranno trasferiti e che il Miur chiarirà in una nota che le supplenze e le visite fiscali sono spese da sostenere in quanto obbligatorie, anche se c'è il problema della copertura". Pantaleo ha quindi aggiunto che, nonostante tutte le rassicurazioni date, 427 milioni di euro sono stati tagliati: "Il ministro ci dica cosa vuole fare, perché così la scuola pubblica è nel caos più completo, non ci sono certezze e non si riescono a fare bilanci. Bisogna andare a un radicale cambiamento".
Durante la conferenza, a cui hanno partecipato esponenti del Pd, Idv, Pdci, Prc e Sinistra e Libertà, Pantaleo ha definito "insensato e inaccettabile che mentre la scuola pubblica non ha soldi neanche per comprare la carta igienica, il governo ha ripristinato 122 milioni di euro per la scuola privata".
Segnali di tregua anche dal ministro Mariastella Gelmini: "Era stata prevista una manovra di riduzione dell'organico di circa 45 mila docenti, ma le cifre saranno ridimensionate perché ci sono molte richieste di pensionamento quindi la riduzione dovrebbe scendere a poco più di 30 mila . Lo stesso dicasi per il personale non docente: era previsto un taglio di 12 mila persone in organico, ora i tagli effettivi saranno 6 mila. Con i due miliardi risparmiati investiremo nella qualità del sistema scuola".
Doccia fredda, invece, sul tempo pieno: "Per l'anno scolastico 2009-2010 le richieste di tempo pieno sono aumentate del 3,5 per cento, pari a quello registrato negli ultimi 7 anni - afferma il ministro Gelmini, nel corso dell'audizione al Senato - le richieste delle famiglie sono state viziate da informazioni strumentali, distorte ed ideologiche, stupisce la richiesta del tempo pieno da parte di molte scuole che non ne hanno i requisisti". Nessun problema per chi, invece, ha richiesto le 30 ore a settimanali nella scuola primaria: "L'aumento del 20-30 per cento dell'organico (grazie al maestro unico ndr) - conclude il ministro - consentirà di accogliere le richieste delle famiglie".
Il ministero rende comunque noto che l'anno prossimo le classi a tempo pieno in prima elementare saranno quasi 2.500 in più, con un aumento del 20%. Si passerà quindi dalle attuali 7.000 a più di 9.000 classi prime che l'anno prossimo potranno usufruire del modello di 40 ore settimanali. L'aumento è possibile, secondo viale Trastevere, perché "circa 250 scuole sono state accorpate grazie anche all'impegno delle Regioni", per "la parziale soppressione delle compresenze effettuata comunque assicurando la mensa scolastica". Saranno quindi riconfermate le "34 mila classi che lo scorso anno hanno usufruito del modello orario di 40 ore, e a queste si aggiungeranno 2.500 classi prime in più".