Repubblica it: Gelmini: "Dall'anno prossimo tetto del 30% per gli stranieri"
L'annuncio del ministro dell'Istruzione: "Un modo per integrare" In vigore già dal prossimo annuo, con gradualità
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Di SALVO INTRAVAIA
ROMA - Tetto agli alunni stranieri per classe dal prossimo anno scolastico. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. A settembre, la percentuale massima di alunni con cittadinanza non italiana per ogni classe non potrà superare il 30 per cento. Il limite verrà introdotto gradualmente dalle prime classi in tutti gli ordini di scuola e potrà essere anche oltrepassato se gli stranieri da integrare avranno già le competenze linguistiche per essere inseriti in classe senza difficoltà. Ma è facile prevedere che la disposizione contenuta nelle "Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana", inviate a tutte le scuole del territorio nazionale in vista delle prossime iscrizioni, susciterà polemiche.
La norma in questione sembra pensata per le tantissime realtà del Nord alle prese in questi ultimi anni con l'invasione degli alunni stranieri. "La presenza di stranieri nella scuola italiana, spesso concentrati in alcune classi - spiega il ministro - non è certo un problema di razzismo ma un problema soprattutto didattico". "Lo sanno - continua - le molte mamme che vedono la classe dei loro figli procedere a due velocità di crescita formativa, con alcuni studenti che rimangono indietro ed altri che riescono ad andare avanti meglio". L'obiettivo dichiarato è quello di migliorare l'integrazione degli alunni non italiane in classe.
Ma il tetto non è l'unico provvedimento preso in questa direzione. "Oltre al tetto, inoltre, è fondamentale prevedere classi di inserimento di durata limitata per poter insegnare la nostra lingua a chi è appena arrivato in Italia ad un livello sufficiente per non sentirsi in difficoltà con i coetanei", prosegue l'inquilino di viale Trastevere. E per andare incontro alle esigenze delle scuole, il ministro promette "apposite risorse finanziarie per gli interventi di sostegno alle scuole per l'inserimento di bambini stranieri e ulteriori finanziamenti (...) per le scuole dei territori con alta presenza di cittadini stranieri".
L'intero pacchetto mira anche ha tutelare le tradizioni italiane ed evitare le "classi ghetto" presenti in alcune zone del Paese. "I nostri istituti sono pronti ad accogliere tutte le culture e i bambini del mondo. Alla stesso modo la scuola italiana deve mantenere con orgoglio le proprie tradizioni storiche e insegnare la cultura del nostro Paese". Il testo del documento non è ancora disponibile e non si conoscono ancora i dettagli.
Si sa che "per evitare concentrazioni di iscrizioni di alunni stranieri si dovranno realizzare accordi di rete tra le scuole e gli enti locali" con gli Uffici scolastici regionali che, di intesa con gli enti territoriali, potranno autonomamente definire quanti bambini stranieri per classe si potranno iscrivere alle scuole del proprio territorio. Ma non superare il 30 per cento. Che il tetto potrà essere innalzato ma anche ridotto dai direttori degli Uffici scolastici regionali in relazione alle competenze linguistiche possedute dagli alunni stranieri. Con l'obbligo da parte delle scuole di "procedere ad un accertamento delle competenze e dei livelli di preparazione dell'alunno per assegnarlo, di conseguenza, alla classe definitiva che potrà essere inferiore alla classe corrispondente all'età anagrafica".
La risposta del PD. E' "sbagliato il provvedimento del Governo sul tetto del 30% di bambini immigrati nelle classi". Lo sostiene Francesca Puglisi, responsabile nazionale scuola del Partito Democratico. "Si cerca di rispondere ad una giusta preoccupazione - ha detto la Puglisi - quella di non creare classi ghetto, con un metodo però assolutamente sbagliato, limitando il diritto di accesso all'istruzione garantito dalla nostra Costituzione e dalla dichiarazione universale dei diritti dell'infanzia e dell' adolescenza. Sbagliato, tra l'altro, pensare che ogni bambino immigrato di per sè costituisca 'un problema' per la didattica della classe. Chi ha frequentato un percorso di scolarizzazione dalla scuola dell'infanzia - ha detto ancora la Puglisi - o è nato addirittura nel nostro Paese ha le stesse competenze linguistiche dei bambini Italiani".
La Gelmini, secondo la responsabile scuola del Pd, dovrebbe piuttosto restituire "alla scuola primaria le ore di compresenza, utilizzate dai maestri e dalle maestre anche per aiutare i bambini più deboli e concedere di nuovo il distacco ai maestri e maestre che supportavano in ogni istituto l'alfabetizzazione, un patrimonio di esperienze e competenze che è stato completamente gettato".