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Repubblica it: Fioroni: "Non bastano le "tre i" tornano grammatica e tabelline

Presentate le nuove indicazioni per il ciclo dell'infanzia e dell'obbligo

04/09/2007
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la Repubblica

L'obiettivo: dare più capacità nelle materie scientifiche e nella conoscenza della lingua

di SALVO INTRAVAIA

ROMA - Tabelline, grammatica, sintassi, nomi di fiumi, mari, monti sin dalle elementari, storia del Novecento in terza media: sono le priorità dei curricoli scolastici della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione.
E' la sintesi con cui il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha presentato le Nuove Indicazioni appunto per la scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione: "Il curricolo - ha spiegato - diventa più snello e si privilegiano italiano, matematica, storia e geografia a informatica, inglese e impresa. Insomma, prima di passare ad altro (che pure serve), è indispensabile, per il ministro, conoscere l'essenziale.

Un vero e proprio vademecum che accompagnerà nei prossimi anni gli insegnanti del primo ciclo. Tutto quello che i bambini della scuola dell'infanzia (la ex materna), della scuola primaria (un tempo elementare) e i ragazzini della media (secondaria di primo grado) dovranno imparare in otto e più anni di frequenza scolastica è contenuto nel documento presentato dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, questa mattina. Ma, soprattutto, il documento contiene 'cosa dovranno 'saper fare' gli alunni al termine della scuola materna, della scuola elementare e della media per recuperare il gap esistente con gli altri paesi europei. Il documento sancisce il definitivo passaggio dalla scuola dei programmi (che diventano semplici canovacci) a quella delle competenze. Non importa, entro certi limiti, cosa studieranno gli alunni, ma cosa sapranno fare al termine di ogni segmento scolastico. E ancora. Spariscono gli acronimi (Pecup e Psp) inventati dall'ex ministro, Letizia Moratti, che hanno fatto impazzire migliaia di insegnanti, così come tutor e portfolio, e viene rivalutato il 'curricolo'.

"Sono Indicazioni di una fase sperimentale e il decreto è modificabile tra due anni", ha detto il ministro Fioroni nella presentazione presso la sede del ministero. "Le nuove indicazioni - si legge nel comunicato - tracciano le linee e i criteri per il conseguimento delle finalità formative e degli obiettivi di apprendimento per la scuola dell'infanzia e del primo ciclo in sostituzione delle precedenti. Le scuole sono tenute da quest'anno alla elaborazione dei curricula per una prima fase di sperimentazione che si chiuderà nel 2009. In seguito, dal 2009/2010 le indicazioni entreranno a regime". Per questa prima fase ci sono a disposizione anche 36 milioni di euro provenienti dalla Finanziaria 2007. "La centralità della persona - ha detto Fioroni - è il soggetto e l'oggetto del nostro nuovo percorso formativo". Tre grandi aree disciplinari: linguistico-artistico-espressiva, storico-geografico, matematico-scientifico-tecnologica per un'interconnessione tra saperi". Per gli insegnanti che dovessero incontrare difficoltà è previsto 'un gruppo di coordinamento al ministero e un aiuto sul portale del ministero anche per i professori'. Nella primavera del 2008 è prevista una Consultazione nazionale per la raccolta di dati e di riflessione.

Quattro le direttrici tracciate nel documento. La scuola nel nuovo scenario delinea il ruolo del sistema scolastico nella società moderna. In Italia, non è più l'unica agenzia di formazione che nel secolo scorso ha contribuito ad affrancare milioni di italiani dall'analfabetismo. Oggi la scuola deve confrontarsi con una società in continua evoluzione, attraversata da nuove opportunità e ambivalenze. E per i giovani rappresenta una delle tante agenzie formative disponibili. La centralità della persona è uno degli snodi cruciali del documento. Gli interventi didattici degli insegnanti devono essere personalizzati e indirizzati a veri studenti. Non rivolti 'a studentì astratti. La sfida del terzo millennio si affronta non più con le conoscenze ma attraverso le 'chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e per trasformare le mappe dei saperì adattandole all'evoluzione sempre più rapida delle conoscenze. Un modello totalmente differente da quello dei nostri padri.

La scuola affronterà anche la sfida di una nuova cittadinanza. I nostri figli e nipoti saranno cittadini europei e del mondo. Genitori e insegnanti, in piena sintonia, dovranno formare cittadini 'in grado di partecipare consapevolmente alla costruzioni di collettività più ampie e composite'. La Storia e la valorizzazione dei beni culturali costituiranno il presupposto per affrontare il futuro. I problemi della globalizzazione, 'il degrado ambientale, il caos climatico, le crisi energetiche, la distribuzione ineguale delle risorse, la salute e la malattia, l'incontro e il confronto di culture e di religioni, i dilemmi bioetici, la ricerca di una nuova qualità della vita' pongono la questione del rapporto tra microcosmo personale e macrocosmo umano: una nuova relazione fra uomo e mondo.

La scuola dovrà, quindi, 'promuovere i saperi propri di un nuovo umanesimo': la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi; la capacità di comprendere le implicazioni, per la condizione umana, degli inediti sviluppi delle scienze e delle tecnologie; la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze; la capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento. Dovrà diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell'attuale condizione umanà possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione non solo fra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture. Ecco i riferimenti dell'insegnamento di domani.

Le singole scuole dovranno costruire 'i curricoli' - che alla materna si organizzano in 'campi di esperienza', mentre all'elementare e media in discipline e aree disciplinari - nel rispetto dei 'traguardi per lo sviluppo delle competenzè e degli 'di apprendimentò posti dalle Indicazioni.
Qualche esempio chiarirà meglio le idee. Al termine della scuola primaria, per l'Italiano, i bambini dovranno sapere 'leggere, comprendere e produrre testi di vario genere estrapolando dai testi scritti informazioni su un dato argomento utili per l'esposizione orale e la memorizzazione.

Per la Matematica, dopo avere consolidato le conoscenze teoriche acquisite, al termine della scuola media, i ragazzini dovranno essere in grado di 'riconoscere e risolvere problemi di vario genere analizzando la situazione e traducendola in termini matematici'.


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