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Repubblica it: Debiti, tutto entro il 31 agosto "Modifiche, ma non quest'anno"

Le prime indiscrezioni sulla circolare di Gelmini, poi confermate dal Ministero "Le scuole proseguano applicando le loro decisioni". Oggi la firma

03/06/2008
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la Repubblica

Cambiare gli scrutini? Per presidi e scuole autonome sarebbe una folliaE intanto il nuovo presidente della Commissione cultura vuole smontare il sistema

di SALVO INTRAVAIA

Sui debiti scolastici il ministro Gelmini conferma quanto stabilito dal suo predecessore. La tanto attesa circolare sugli scrutini che avrebbe dovuto apportare modifiche alla circolare ministeriale 92 è pronta sul tavolo del neoministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Ma non ci saranno novità in grado di mettere nei guai organi collegiali, insegnanti e capi d'istituto a pochi giorni dalla fine delle lezioni. Su scrutini, “rimandature” e verifiche estive gli istituti superiori potranno andare avanti secondo quanto stabilito e comunicato alle famiglie nelle scorse settimane.
Le prime indiscrezioni sul provvedimento alla firma dell'inquilino di viale Trastevere pubblicate da Repubblica sono poi state confermate dal Ministero: "In merito alla notizia riportata da alcuni organi di informazione si precisa che, secondo l'ipotesi al vaglio del Ministero, questi dovranno essere recuperati entro il 31 agosto 2008. Le iniziative di recupero e la loro valutazione dovranno comunque concludersi entro la data di inizio delle lezioni. E' allo studio inoltre - conclude la nota - la possibilità di un ulteriore finanziamento per le scuole al fine di far fronte all'organizzazione del recupero dei debiti scolastici".
A questo punto l'unico colpo di scena potrebbe arrivare dal ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato dai Cobas della scuola il cui pronunciamento è previsto per domani.
Sul rebus di fine anno scolastico, a quattro giorni dalla chiusura delle scuole in buonma parte d'Italia, il ministro si era fatta sentire per la prima volta questa mattina: "Il tema dei tema debiti formativi - ha detto Gelmini - è delicato. Stiamo pensando ad una circolare che vada a correggere alcune rigidità previste dal ministro Fioroni, ma mantenendo il concetto della necessità colmare i debiti entro l'anno". Più in generale, il ministro ha detto di non essere contraria "al ritorno degli esami di riparazione". Ma le valutazioni in merito, ha aggiunto Gelmini "le faremo nelle sedi opportune quindi innanzitutto nelle commissioni di Camera e Senato e poi attraverso un confronto con i protagonisti della scuola".

"A questo punto dell'anno è possibile soltanto un intervento molto morbido: niente stravolgimenti, insomma", dichiara Giorgio Rembado, presidente nazionale dell'Anp (l'Associazione nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) che si sbilancia ulteriormente: "Non riesco ad immaginare - spiega - un provvedimento che il 4/5 giugno possa intervenire sulla materia a scrutini avviati o, in alcuni casi, conclusi: si tratterebbe di una indebita interferenza con le attività degli istituti".
"L'unica via percorribile - continua Rembado - è quella di assegnare alle scuole i fondi necessari per svolgere i corsi programmati". Gli scrutini finali e le attività di recupero (e verifica) estive sono ormai state calendarizzate da tutte le scuole. In alcune classi addirittura gli scrutini sono già stati fatti e al rientro dal lungo week end del 2 giugno, i professori saranno chiamati a fare gli scrutini di fine anno delle rimanenti classi.
Dello stesso parere e Carlo Mazzoli, presidente dell'Asal (l'Associazione delle scuole autonome del Lazio). "Un intervento sui debiti sarebbe accolto bene, ma ormai è obiettivamente tardi", spiega Mazzoli. A meno di colpi di scena dell'ultimo momento, pare che studenti debbano rassegnarsi a passare sui libri, come non avveniva da quasi un decennio, una parte dell'estate. Mentre i genitori dovranno restare in attesa che i figli completino il recupero e si cimentino nelle verifiche finali aspettando la sentenza: promozione o bocciatura.
E se a tenere banco nell'immediato è la partita dei debiti, nei prossimi mesi la scuola italiana potrebbe essere attraversata da un autentico tsunami, sindacati permettendo. Se ne può avere un'idea leggendo l'articolato di un disegno di legge depositato in Parlamento dalla neo presidente della Commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea. "In Italia - si legge nella relazione introduttiva - , individuando le strategie giuste si potrebbe presto arrivare, come sta avvenendo in Inghilterra, ad avere uno Stato che svolga un'azione più di guida e di controllo che
di gestione".
Ma non è tutto. "Dentro questo cambiamento resta la sfida di riallocare le risorse finanziarie destinate all'istruzione partendo dalla libertà di scelta delle famiglie, secondo il principio che le risorse governative seguono l'alunno". Aspetto quest'ultimo che la Aprea considera "ancora più importante" del primo. In altre parole, verrebbe spinta al massimo l'autonomia delle istituzioni scolastiche, anche quelle paritarie, che riceverebbero le risorse direttamente dallo stato in relazione al numero di alunni. "L'autonomia scolastica" e "la libertà di scelta delle famiglie" spostano "i finanziamenti in base alle loro scelte".
"Il fatto - spiega la deputata - che lo Stato abbia fino ad oggi interpretato il diritto all'istruzione dei cittadini come una funzione propria e coincidente con un servizio esclusivamente statale ha certamente prodotto effetti positivi come la scolarizzazione di massa, ma è anche vero che questo impianto appare sempre più come una 'gabbia' che limita le opportunità da offrire ai nostri giovani e la libertà di scelta in campo educativo". In futuro "la sussidiarietà diventa la stella polare di questo cambiamento".
"Introdurre tra le scuole - dice Mazzoli - una virtuosa competizione mi sembra positivo perché rafforza l'impegno a dare il meglio. E sono d'accordo anche sul fatto di misurare, seppure in modo grossolano, la qualità della scuola in base al gradimento delle famiglie". Ma non sono tutte rose e fiori. "Sui finanziamenti estesi anche alle scuole private sono contrario e non per pregiudizio. Perché alcuni sono diplomifici, che bisognerebbe chiudere, e una consistente fetta è gestita da religiosi con una impronta confessionale che non mi sembra possa soddisfare le esigenze di crescita di tutti i cittadini indistintamente. Ancora per qualche decennio - conclude il presidente dell'Asal - il nostro Paese necessita di una scuola pubblica, magari ampiamente riformata, ma di impronta nazionale".
E dietro l'angolo c'è la riforma dello Stato giuridico degli insegnanti che dovrebbero formarsi all'università e verrebbero reclutati, dopo una lunga trafila, dalle singole scuole. I docenti verrebbero suddivisi in tre categorie (insegnante iniziale, ordinario e esperto) con retribuzioni e mansioni differenti. Verrebbe introdotta la figura del vice dirigente scolastico e sparirebbe la Rappresentanza sindacale unitaria d'istituto.


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