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Repubblica it: Dal Pd petizione per la qualità "Uscire dall'emergenza"

L'obiettivo è coinvolgere insegnanti, genitori, alunni, operatori scolastici Le firme sosterranno un progetto di legge da discutere in Parlamento

05/04/2009
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la Repubblica

di SALVO INTRAVAIA
IL Partito democratico lancia una petizione popolare per "una scuola pubblica, di qualità, più autonoma e radicata nel territorio".
"La nostra opposizione su questo tema - ha detto Franceschini - continuerà ad essere durissima e continueremo a denunciare gli otto miliardi di tagli alla scuola". Una scelta che secondo i rappresentanti del Pd è dettata solo da criteri "contabili", senza curarsi degli "effetti devastanti che ne deriveranno sulla vita reale dei cittadini".
Ma di che si tratta? L'obiettivo è chiaro: il Pd vuole coinvolgere insegnanti, genitori, alunni, operatori scolastici e tutti coloro che hanno a cuore il futuro della scuola statale per una raccolta di firme che sosterrà un progetto di legge da discutere in Parlamento. Tre le linee guida che ispireranno la proposta: "scuola pubblica di qualità", "valorizzazione del merito, senza lasciare indietro nessuno" e maggiore "sicurezza" tra le mura scolastiche.
Le emergenze. Per i democratici sono cinque le emergenze della scuola italiana: soddisfare tutte le richieste delle famiglie sul tempo scuola alla primaria (30 e 40' ore settimanali); assegnare risorse adeguate alle scuole per il loro funzionamento; bloccare l'espulsione di 87 mila insegnanti e 44 mila Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari); attuare il Piano straordinario nazionale per la messa a norma degli edifici scolastici e evitare la chiusura delle piccole scuole.
Provvedimenti da cancellare. Il Pd chiede la cancellazione dei tagli agli organici della scuola che nei prossimi tre anni raschieranno 132 mila posti. Una cura dimagrante che consentirà di alleggerire le casse dello stato, secondo i conteggi del ministero dell'economia, di 8 miliardi di euro. Ma non solo: secondo il Partito democratico va cancellata la riforma della scuola (primaria, secondaria di primo e secondo grado) e il "maestro unico di riferimento" introdotto dalla Gelmini.
Le proposte. La scuola italiana - dicono i democratici - potrebbe uscire dalle secche degli ultimi anni in otto mosse. Primo: mettere gli studenti al centro del sistema promovendo il diritto allo studio (borse di studio, libri gratuiti per i dieci anni dell'obbligo, mense, trasporti, ecc). Secondo: avviare un Piano straordinario di aggiornamento dei docenti, con priorità per la Matematica e le discipline scientifiche e linguistiche. Terzo: valutazione delle scuole e dei docenti da parte di una autorità esterna. Quarto: assegnare un numero certo e stabile di docenti e Ata alle scuole (organico funzionale) in modo da garantire continuità didattica e autonomia. Quinto: avviare sperimentazioni locali per migliorare l'efficacia e l'efficienza della spesa per l'istruzione. Sesto: obbligo d'istruzione fino a 16 anni e riforma (partecipata) della scuola superiore che valorizzi i saperi tecnici e scientifici. Settimo: riconoscere e incentivare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Ottavo: stabilizzazione e indennità di disoccupazione dei precari. Le firme saranno raccolte davanti le scuole, durante le manifestazioni, nei circoli del Pd e nel sito www.partitodemocratico. it.


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