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Repubblica it: Corte dei Conti, allarme spesa

"E' eccessiva, Italia s'impoverisce" Nel rendiconto generale dello Stato si pone l'accento sulle cause di squilibrio della finanza pubblica: pensioni, sanità, pubblico impiego

28/06/2006
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la Repubblica

La magistratura contabile denuncia "una progressione della spesa corrente primaria che da anni schiva i ripetuti, multiformi, tentativi di porvi un freno"

ROMA - Nuovo allarme della Corte dei Conti per i conti pubblici: nel 2005, emerge nella relazione sul rendiconto generale dello Stato presentata stamane a Roma, lo scostamento tra obiettivi e risultati è stato "particolarmente ampio". Le radici dello squilibrio dei conti pubblici, per la Corte dei Conti, sono da riferire "ad una progressione della spesa corrente primaria che, da anni, appare in grado di schivare i ripetuti, multiformi, tentativi di porvi un freno".

La stagnazione ha inciso poco. La magistratura contabile aggiunge che "il deterioramento del quadro di finanza pubblica non può essere ricondotto che in misura modesta alla stagnazione dell'economia". Nel 2005 in rapporto al Pil la spesa al netto degli interessi è aumentata ancora dello 0,6%, risalendo verso un'incidenza del 40%. Si tratta di un livello "che ritroviamo solo agli inizi degli anni '90'', osserva la Corte.

L'impoverimento del sistema Italia. Al di là delle sanzioni in sede europea per il mancato rispetto dei parametri di Maastricht in termini di finanza pubblica, "Il problema - afferma il procuratore generale presso la Corte dei Conti, Claudio De Rose - è ben altro, perchè la vera sanzione, purtroppo già in atto, è l'impoverimento qualitativo e quantitativo del sistema Italia, come viene spiegato nella lucida analisi che ne ha fatto il governatore della nostra Banca centrale nel recente rapporto annuale".

Moderazione salariale nel pubblico impiego. Nella relazione della Corte dei Conti ci sono anche le indicazioni su come riportare la spesa pubblica a livelli accettabili l'anno scorso "sono aumentate del 4%, cioè il doppio dell'obiettivo programmatico, secondo una tendenza che ormai prosegue da molti anni e che conferma uno scostamento positivo non trascurabile nei confronti delle retribuzioni del settore privato". "Vi è l'esigenza di ridefinire gli indirizzi della contrattazione nel pubblico impiego e le normative sulle assunzioni e sui blocchi - si legge nella relazione del procuratore - in modo da fronteggiare la questione assai grave del sistematico sforamento, da parte dei redditi da lavoro delle amministrazioni pubbliche, di ogni limite prefissato".

In questo contesto, sostiene ancora la Corte, "appare quantitativamente privo di rilievo il ricorso a tagli di spesa in particolari categorie di limitatissima rilevanza finanziaria" come le spese di rappresentanza e le auto blu.

Riportare sotto controllo la spesa sanitaria. Ma anche "i risultati del comparto sanitario destano preoccupazione", osserva la Corte dei Conti. La Corte sottolinea che il conto consolidato della sanità per il 2005 registra uscite correnti per 95 miliardi di euro, con una variazione rispetto al 2004 del 5,1%. La magistratura contabile a questo riguardo fa presente che si tratta di un incremento senz'altro più contenuto rispetto al +9,9% verificatosi fra il 2003 e il 2004, "ma significativamente maggiore" di quello programmato in base agli interventi introdotti con la Finanziaria 2005.

Le pensioni: sbagliato rinvio nuova riforma al 2008. Secondo la magistratura contabile la questione della sostenibilità macroeconomica della spesa pensionistica "è da considerarsi tutt'altro che risolta. Il lungo periodo di transizione necessario perchè entri pienamente a regime l'assetto pensionistico che discende dalla riforme adottate non consente, infatti, di compensare gli effetti espansivi sulla spesa prodotti dalla pressione dei fattori demografici". E di conseguenza, "Non ha di certo giovato, entro un quadro tanto complesso, la decisione di rinviare al 2008 non solo gli interventi relativi al primo pilastro ma anche l'entrata in vigore delle norme che dovrebbero consentire il decollo della previdenza complementare".

"Situazione grave, aumentare l'età pensionabile". Nella conferenza stampa che ha seguito la presentazione della relazione, il presidente della Corte dei Conti Staderini è tornato a parlare della situazione dei conti pubblici e della necessità di aumentare l'età della pensione. "La situazione dei conti pubblici appare grave e non è destinata a migliorare nel 2006. C' è solo da sperare in una inversione di tendenza nel 2007, che potrebbe essere agevolata dalla ripresa della congiuntura economica". Per migliorare la situazione dei conti pubblici occorrono riforme strutturali. Tra le alternative possibili indicate da Staderini c'è l'aumento della soglia di età per l'accesso ai trattamenti pensionistici (la media è 59 anni, per Staderini "dovrebbe essere portata a 62-63 anni") e la reintroduzione dei ticket sanitari, che "può consentire un risparmio nella spesa ma non è l'unica scelta per farlo".

Stop all'aumento dell'Irap. Staderini poi ha condannato come "iniquo" l'aumento dell'Irap per le regioni che hanno sforato il tetto della spesa sanitaria: "Così si scaricano sui cittadini le colpe delle amministrazioni". E ancora il presidente della Corte dei conti ha detto no a una riduzione generalizzata dei dipendenti pubblici: "Qualcuno ha proposto l'esodo agevolato di circa 100 mila dipendenti pubblici. Questo, secondo noi, va nella direzione opposta all'esigenza, più che mai prioritaria, di innalzare l'età pensionabile". Infine ha concluso il suo intervento indicando come "fondata" la previsione di una manovra finanziaria da 40-45 mld. Staderini ha però precisato di non volersi pronunciare sull'entità della manovra, dando comunque un segnale al Governo: "Bisognerà valutare l'esigenza di un colpo di frusta", per coniugare risanamento e sviluppo.

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