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Repubblica it: 5 ottobre, in più di cento paesi si celebra la giornata mondiale dei docenti

L'Unesco: "Sempre poche le risorse impegnate per l'educazione dei giovani" "Insegnanti di tutto il mondo..." Ecco le richieste della scuola

05/10/2007
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la Repubblica

di TULLIA FABIANI

"Noi, insegnanti del mondo, chiediamo...". Le richieste, tutte sommate, significano migliori condizioni di lavoro: un ambiente decente, classi non sovraffollate, formazione professionale, pari diritti e opportunità per le donne. E anche retribuzioni adeguate, risorse didattiche, valutazione della qualità del lavoro. Perché se lavorano bene gli insegnanti, altrettanto gli studenti. E a guadagnarci è l'apprendimento.
Semplice ma fondamentale filosofia quella del manifesto che il 5 ottobre celebra la giornata mondiale degli insegnanti: un'occasione, voluta dall'Unesco e presente in più di 100 paesi, per sensibilizzare i governi, il mondo della scuola e la pubblica opinione, sulla necessità di investire risorse finanziarie e umane nell'educazione.

Il manifesto. Quest'anno si insiste sulla qualità: ci vogliono docenti di qualità per avere una educazione qualificata, sostiene l'Internazionale dell'Educazione (www.ei-ie.org). L'organizzazione - alla quale aderiscono centinaia di sindacati della scuola di tutto il mondo, tra cui gli italiani Flc-Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola - ricorda infatti che "mancano 15 milioni di insegnanti a livello mondiale per raggiungere l'obiettivo di un'educazione di qualità per tutti entro il 2015", e che altri milioni di docenti lavorano in condizioni precarie, in classi sovraffollate e senza supporti didattici. Perciò è necessario che le politiche dei vari paesi tengano conto dell'urgenza di reclutare nuovi insegnanti e di mantenere dignitosamente in servizio quelli già impiegati. E in tal senso, denunciano i sindacati, "devono essere presi provvedimenti nel più breve tempo possibile".

Il caso italiano. In Italia c'è fibrillazione sui rinnovi contrattuali. "Noi la giornata la festeggiamo due volte - annuncia Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil - il 5 come previsto e il 27 con una manifestazione nazionale e un probabile sciopero. Chiediamo infatti che gli obiettivi assunti dal governo circa la scuola pubblica siano praticati e non solo dichiarati". La protesta riguarda il taglio degli organici, le retribuzioni, tra le più basse d'Europa, la precarietà: "Alla scuola si chiede molto e sempre di più, ma si dà poco - dichiara Francesco Scrima, segretario generale di Cisl Scuola - la scuola viene lasciata sola e lo dimostra il fatto che nell'ultima finanziaria non è prevista alcuna copertura economica per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da due anni". L'emergenza è il mancato riconoscimento del lavoro degli insegnanti. "Serve meno burocrazia e più attenzione concreta al lavoro quotidiano svolto con i ragazzi - sottolinea Massimo Di Menna, segretario generale Uil scuola - spesso ci sono tante idee, tante tavole rotonde, tanti esperti che parlano e poi scarsi impegni reali nel favorire la qualità dell'insegnamento". Ma la riqualificazione non è solo discorso economico: "il problema è anche sociale - nota una maestra di Melfi, Maria Carmela Lapadula - perché ormai è una professione che ha perso prestigio e non se ne riconosce affatto l'importanza che invece merita".

Il risultato, in vista della giornata, è una denuncia dell'"l'irresponsabilità del governo" e la promessa di una decisa mobilitazione al fine di ribadire, come recita il manifesto dell'Internazionale dell'Educazione, che "serve una contrattazione collettiva per difendere e rinforzare i diritti degli insegnanti": le condizioni di lavoro e la valutazione della qualità dell'insegnamento devono essere oggetto di contrattazione tra i rappresentanti di governo, i datori di lavoro e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.


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