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Repubblica-In dieci anni i soldi stanziati si sono ridotti a un quinto

Un'inchiesta del consigliere scientifico di Blair pubblicata su "Nature". Nella hit degli studi avanzati vincono Usa e Gran Bretagna L'Italia Cenerentola della ricerca Siamo ultimi tra i pa...

24/07/2004
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la Repubblica

Un'inchiesta del consigliere scientifico di Blair pubblicata su "Nature". Nella hit degli studi avanzati vincono Usa e Gran Bretagna
L'Italia Cenerentola della ricerca
Siamo ultimi tra i paesi del G8 per finanziamenti, poche le pubblicazioni

In dieci anni i soldi stanziati si sono ridotti a un quinto
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ALBERTO FLORES D'ARCAIS

NEW YORK - Nel mondo del nuovo millennio il sapere scientifico è concentrato al 98 per cento in 31 paesi e all'84, 5 per cento nelle mani delle nazioni del G7 (più la Svizzera). In questa speciale classifica l'Italia si situa al settimo posto, dietro gli altri paesi altamente industrializzati e prima della Svizzera. Quanto ai finanziamenti il nostro paese è ultimo tra quelli del G8.
Sono i risultati di un'inchiesta commissionata dal governo inglese, realizzata dal consigliere scientifico di Tony Blair e pubblicati sulla rivista Nature. "L'abilità di comprendere il livello scientifico di una nazione è vitale per i governi e per gli affari", spiega nella sua ricerca David A. King, che ha analizzato la produzione scientifica mondiale tra il 1993 e il 2002 attraverso il numero di citazioni nelle riviste specializzate e i soldi investiti dall'industria nella ricerca.
Dei 193 paesi esistenti nel nostro pianeta, 31 (pari al 16% del totale) hanno una produzione scientifica che costituisce il 98% di quella totale mondiale. I rimanenti 162 paesi che rappresentano l'84% dei paesi mondiali, producono solo il 2% della ricerca totale. I 31 paesi sono: Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, India, Iran, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Russia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Corea del sud, Svezia, Svizzera, Taiwan.
L'84,5 per cento dei risultati scientifici di "alta qualità" riguarda invece solo otto nazioni: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Francia, Canada, Italia e Svizzera. L'inchiesta spiega che questo significa che una produzione scientifica non solo massiccia ma anche di ottima qualità può realizzarsi "solo se procede di pari passo, e in modo sinergico con uno sviluppo socioeconomico ad elevato know how e ad alta competizione sui mercati", richiamando i grandi passi avanti compiuti da Cina e India negli ultimi dieci anni.
Per ciò che riguarda il rapporto tra Pil e ricerca scientifica - più questo rapporto è alto più è efficiente il paese nel campo della ricerca - il primato mondiale spetta alla Svizzera seguita da Svezia ed Israele, con gli Stati Uniti all'11esimo posto e l'Italia al 16esimo, preceduta dalla Spagna e seguita da Singapore. Calcolando il rapporto rispetto al reddito medio pro-capite (più è alto, maggiore è la produttività dei ricercatori), il primato mondiale spetta al Lussemburgo, seguito da Usa e Irlanda. L'Italia è all'undicesimo posto, preceduta dal Giappone.
Se si analizza la tabella dei paesi del G8 sui finanziamenti dell'industria nella ricerca e nello sviluppo scientifico il primato spetta al Giappone. Al secondo posto gli Stati Uniti, seguiti da Germania, Francia, Gran Bretagna e Unione Europea (media). L'Italia è buon ultima dietro Canada e Russia: la nostra industria spende lo 0,53% del pil contro il 2,12 % del Giappone, l''1,97% degli Usa e l'1,19% della media europea. Dieci anni fa l'Italia spendeva il 3,4 per cento. In dieci anni i soldi per la ricerca si sono ridotti a un quinto.


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