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Repubblica-Il tempo pieno che ora non c' è più

Il tempo pieno che ora non c' è più Egregio Augias, sono il papà di due bambine, Chiara 7 anni e Margherita quasi 6. Ieri mi sono recato nella scuola di Chiara per iscrivere Margherita ...

23/01/2005
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la Repubblica

Il tempo pieno che ora non c' è più

Egregio Augias, sono il papà di due bambine, Chiara 7 anni e Margherita quasi 6. Ieri mi sono recato nella scuola di Chiara per iscrivere Margherita alla classe prima e scegliere anche per lei il "tempo pieno". La splendida esperienza che Chiara ha avuto vorremmo che si ripetesse anche per Margherita. Il "tempo pieno" che ho conosciuto e apprezzato in questi anni è un modello pedagogico che prevede un tempo scuola di 40 ore settimanali, di cui almeno 4 di compresenza dei docenti durante le quali la classe lavora in due piccoli gruppi, due insegnanti per classe contitolari e corresponsabili, il tempo mensa - ricreazione inteso come parte integrante dell' orario scolastico e dell' insegnamento. Tutto questo non c' è più. Nel modulo di iscrizione che mi è stato consegnato sono previste solo 27 ore obbligatorie + 3 ore opzionali facoltative settimanali. Per quanto riguarda la mensa non si sa nemmeno se sarà garantita e con chi (gli stessi compagni? le stesse insegnanti?). Margherita freme dalla voglia di fare tutto quello che Chiara fa o ha fatto nella sua stessa scuola. Come faccio a spiegarle che, per effetto della riforma Moratti, se non si verifica qualcosa di simile a quello che è accaduto lo scorso anno nelle scuole e nelle piazze, questo non le sarà permesso? Mario Piemontese, Milano mario. piemontese@libero. it

Il signor Piemontese purtroppo non ha solo il problema di spiegare a Margherita perché non potrà fare ciò che ha fatto la sorella più grande, avrà anche il problema di spiegare alla stessa Chiara perché ciò che ha fatto l' anno scorso (esperienza possibile in base al modello di scuola scelto) non potrà più farlo negli anni prossimi. E' una brutta storia che vale la pena di raccontare per capire come (non) funzionano le cose. Quel modello di tempo pieno non c' è più. La brutta novità si deve al decreto attuativo n. 59/04 e alle indicazioni che con una circolare sono state date alle scuole per l' anno 2005-2006. Il modello che è stato abolito prevedeva 40 ore settimanali di tempo-scuola con una buona quota di ore in cui era assicurata la presenza di due insegnanti per classe. Questa "compresenza" permetteva di lavorare su piccoli gruppi, come era accaduto a Chiara, e soprattutto con una proposta pedagogica unitaria e complessiva. Che succederà invece d' ora in poi? Succederà che il buon modello è stato sostituito con una specie di "spezzatino" con dentro 27 ore di tempo-scuola obbligatorio (invece di 40), fino a 10 ore di mensa, 3 ore facoltative quindi con possibile divisione della classe e delle materie. Una miscellanea di cose diverse appiccicate tra loro invece di un progetto didattico unitario. Le cattive novità non finiscono qui. Infatti non è detto che si possa avere il raddoppio dell' organico nelle classi a tempo pieno e prolungato. Queste deplorevoli innovazioni sono state rese esecutive con il decreto attuativo emanato dal ministro Moratti sulla quale, peraltro, pesano i tagli agli organici degli insegnanti dettati dalle finanziarie dell' ex ministro Tremonti. Insomma, prima c' erano 40 ore di tempo scuola, oggi il totale è apparentemente lo stesso, in realtà si tratta di una somma scombinata di 27+10+3. E così un' altra delle poche cose che funzionavano bene è andata a farsi benedire.


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