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Repubblica-Il politicamente corretto sui banchi di scuola

Il politicamente corretto sui banchi di scuola CORRADO AUGIAS C aro Augias, mi sorprende la l...

24/07/2004
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la Repubblica

Il politicamente corretto sui banchi di scuola
CORRADO AUGIAS


C aro Augias, mi sorprende la lettera di colleghi storici a proposito delle indicazioni ministeriali per le scuole elementari ("Omissioni e reticenze dei corsi di storia" del 15 luglio). La lettera inizia dicendo che queste "tendono a imporre (?) una visione ideologica di regime". Il primo esempio sostiene che si usa il termine di "comparsa dell'uomo" invece di "ominazione". Come spiegheranno ai bambini cosa vuol dire "ominazione" senza riferirsi alla "comparsa dell'uomo" sulla terra?

Non sarà l'ora di finirla coi giochetti di parole per cui un cieco diventa non vedente e, se si dice cieco, non si è più politicamente corretti? Omero, il poeta non vedente! La non vedente di Sorrento! Ma che? Sei non vedente? E comunque, dove sta la "visione ideologica di regime"?

L'ultimo esempio è ancora più bizzarro. Si sostiene che "si scrive totalitarismi per non nominare il fascismo e il nazismo". Se è per quello, non è nominato neanche il comunismo. "Totalitarismo" mi pare una corretta e onnicomprensiva abbreviazione. A meno che non si voglia ritornare a quei testi che, ahimè, dicevano che in Italia e Germania ci furono il fascismo e il nazismo mentre in Russia c'era la "dittatura".

Grottesco, ma politicamente corretto e, naturalmente, senza visione ideologica di regime. Certo, gli altri esempi riportati fanno drizzare i capelli, ma per la forma (meritano la fucilazione), non per il contenuto. In questo caso la polemica sarebbe stata utile e condivisibile.

Alessandro Finzi

finzi@unitus.it

S ono sorpreso anch'io che il professor Finzi non veda i rilevanti problemi di contenuto (non di "forma") che la scelta di un'espressione comporta. C'è voluta una lunga polemica, per fortuna autorevolmente sostenuta, per reintrodurre l'insegnamento di Darwin nelle scuole medie che il ministro Moratti aveva con leggerezza eliminato.

A questo punto tutti dovrebbero aver capito che c'è differenza tra la comparsa dell'uomo per volontà divina come creatura superiore a tutti gli altri animali alla fine della settimana della creazione e il processo di "ominazione" come origine della specie umana dall'evoluzione secondo l'innominabile Darwin.

Quanto ai totalitarismi, come ha già fatto notare lo storico Adriano Prosperi, direi che l'ideologia viene allo scoperto nell'unificare sotto un unico termine realtà diversissime. È come quando si accostano i campi di concentramento staliniani a quelli nazisti: l'effetto era sciaguratamente lo stesso nel senso che la gente moriva negli uni e negli altri, con la differenza non trascurabile che quelli nazisti furono scientificamente progettati per l'eliminazione sistematica di milioni di esseri umani secondo un'ideologia razzistica sposata fanaticamente da Mussolini e dal suo regime. Il professor Finzi certe cose dovrebbe ricordarle bene e apprezzare la distinzione.

Quando le "Indicazioni" ministeriali dicono "totalitarismi", è chiaro che intendono mettere sotto la stessa etichetta tutto ciò che non rientri nel "liberalismo" genericamente inteso all'ombra del quale oggi felicemente viviamo. Come sappiamo però né tutti i "liberalismi" né tutti i "totalitarismi" sono uguali, e almeno a scuola certe diversità bisognerebbe insegnarle. Il mio timore è che la stanchezza delle ideologie tenda a diventare stanchezza delle idee o forse addirittura voglia di non discutere più.


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