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Repubblica-Il no della Corte dei Conti "Il 2% pesa sulla ripresa"

Il no della Corte dei Conti "Il 2% pesa sulla ripresa" Per i burocrati lavoro a tempo nelle aziende private Berlusconi:"Nessun problema tra An e Lega" Sindacati contro la manovra Finanziari...

09/10/2004
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la Repubblica

Il no della Corte dei Conti "Il 2% pesa sulla ripresa"
Per i burocrati lavoro a tempo nelle aziende private

Berlusconi:"Nessun problema tra An e Lega" Sindacati contro la manovra
Finanziaria nel mirino Martedì vertice di maggioranza
ROBERTO PETRINI

ROMA - La Corte dei Conti mette alla sbarra la Finanziaria 2005. Nel corso dell'audizione presso la Commissione Bilancio il presidente della magistratura contabile Francesco Staterini ha sparato a zero sulla "regola" del 2%, asse portante della manovra: è depressiva, temporanea e sbilanciata sugli enti locali. Intanto il consiglio dei ministri ieri ha varato un regolamento che consente ai dirigenti statali (compresi diplomatici e prefetti) di chiedere un periodo di aspettativa (fino a 5 anni) e fare un'esperienza, retribuita dal nuovo datore di lavoro, nel settore privato. Lo "schema di regolamento" riguarda anche i magistrati, nonché gli avvocati e i procuratori dello Stato, che tuttavia potranno spostarsi solo verso altri incarichi pubblici. Il tetto è del 5% della pianta organica.
Il j'accuse della Corte arriva mentre la maggioranza, in subbuglio ha convocato un vertice sulla Finanziaria per martedì prossimo: Lega e An sono ai ferri corti ma ieri Berlusconi ha minimizzato ("nessun problema", ha detto). Una "quadra" difficile quella dei conti pubblici tant'è che ieri, in Consiglio dei ministri, Berlusconi - che ha riferito di un colloquio con il nuovo presidente della Commissione Barroso - si sarebbe detto fiducioso sulla possibilità per l'Italia di sfondare il tetto del 3% a fronte di maggiori spese per investimenti e ricerca. Berlusconi avrebbe anche avuto un faccia a faccia con il ministro dell'Economia Siniscalco e gli avrebbe manifestato nuovamente le sue perplessità sulla comunicazione: "Il taglio delle tasse - avrebbe detto - è la mia priorità, ma voglio un taglio vero e non che si tagli da una parte e poi spuntano nuovi balzelli dall'altra". Intanto le entrate tributarie sono cresciute, al netto dei condoni, del 4,3% nei primi otto mesi dell'anno: l'Irpef è salita del 4,1% e l'Iva del 3,5%.
Tornado al monito dell'alta magistratura contabile, Staderini ha detto che la "regola" del 2% può avere "effetti negativi, depressivi sulla ripresa economica, soprattutto per l'incidenza sugli investimenti". Inoltre, secondo la Corte, "un blocco di spesa così generalizzato può produrre il rischio di un effetto rimbalzo, e cioè esplodere nell'esercizio dell'anno successivo: non si può porre un freno alla foce di un fiume senza regolarizzarlo nel suo percorso". Infine, per Staderini, il 60% del "contenimento programmato della spesa", cioè i 9,5 miliardi, peserà sugli enti locali.
Il ministro dell'Economia Siniscalco ha subito replicato: "Il presidente della Corte dei Conti - ha detto - continua a ragionare in termini di correzione rispetto al tendenziale. Quando lo incontrerò glielo spiegherò. Per quanto riguarda invece le spese per gli enti locali - ha aggiunto - si prevedono degli aumenti".
Scetticismo da parte della Corte anche sulla strada imboccata per la soluzione dei contratti pubblici: il 3,7%, indicato ufficialmente dal governo (ieri il Tesoro ha negato di aver avanzato un'ipotesi del 5,5%), è giudicato "insufficiente". Positiva, invece, la valutazione sul gettito delle misure fiscali e sull'assenza, per la "prima volta", di sanatorie. Staderini ha puntato l'indice tuttavia sulla revisione degli studi di settore per i lavoratori autonomi e sul fronte dei condoni ha rivelato che, nonostante la proroga, è "improbabile" che il gettito del condono edilizio da 3,1 miliardi sarà raggiunto. Il presidente della Corte ha, infine, osservato che la cessione e il riaffitto delle strade costituirà un peso per il bilancio dello Stato e c'è il rischio che i pedaggi da ombra si trasformino in reali.
Critiche alla Finanziaria anche dai sindacati. Il segretario della Cisl Pezzotta è sconfortato: "Ho una sensazione di inutilità a stare qui: il tetto del 2 per cento è indifferenziato e colpisce alla cieca". Stessi toni da parte del segretario della Cgil, Epifani: la manovra "è un obbrobrio" e fa un'operazione "bugiarda sulle tasse, perché se vuole ridurle al centro per sei miliardi, poi le aumenta in periferia per sette miliardi e mezzo". Il "numero due" della Uil Adriano Musi aggiunge che la manovra "non sceglie quali voci aumentare e quali tagliare e quindi non opera".


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