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Repubblica: Il ministro mister Hyde

Se gli impiegati pubblici sono dei «fannulloni», gli avversari politici dei «cretini» e i critici dei «cagadubbi», è naturale che gli studenti dell´Onda siano dei «guerriglieri», anzi pardon, dei «ragazzotti in cerca di sensazioni violente».

20/03/2009
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la Repubblica

SEBASTIANO MESSINA
Se gli impiegati pubblici sono dei «fannulloni», gli avversari politici dei «cretini» e i critici dei «cagadubbi», è naturale che gli studenti dell´Onda siano dei «guerriglieri», anzi pardon, dei «ragazzotti in cerca di sensazioni violente». Dal linguaggio sempre più schietto e sempre più ruvido del ministro Renato Brunetta affiora giorno dopo giorno un´insofferenza razionale, un´intolleranza lucida. C´è del metodo, in questa allergia.
Quella che all´inizio sembrava solo un´esuberante e catartica rottura del politicamente corretto, il lessico verace e brillante di un professore controcorrente che finalmente diceva pane al pane e vino al vino, a poco a poco rivela una visione del mondo in bianco e nero, una Weltanshauung tagliata con l´accetta dove si scontrano il Bene e il Male, i buoni e i cattivi, o di qua o di là, e Brunetta s´è assunto il compito di tracciare la linea di confine.
Lo spiritoso dottor Jekyll che sprofondava nelle poltrone bianche di Porta a Porta portandosi dietro grafici e istogrammi della riforma fiscale si è trasformato in un mister Hyde sanguigno e spavaldo che accoppa i nemici a uno a uno, stendendoli con un aggettivo tagliente come un bisturi o con un verbo micidiale quanto una mazza chiodata. «Fannulloni» è l´insulto che lo ha reso famoso, consacrandolo eroe della lotta contro lo scansafatiche lavativo e assenteista che in ogni impiegato pubblico vedono quasi tutti gli italiani (eccetto, si capisce, gli impiegati pubblici). A questo purtroppo non infondato luogo comune, Brunetta ha aggiunto subito un colore, il rosso: «I fannulloni spesso stanno a sinistra». Con quella pennellata, l´insofferenza per la pigrizia degli statali è diventata la rivincita politica del ministro berlusconiano: la destra efficientista e meritocratica all´attacco di una sinistra parolaia, madre e protettrice di tutti gli scansafatiche.
Poi è toccato ai sindacati, assimilati nelle interviste di Brunetta ai «professorini» e ai «cagadubbi» che erano scettici sulla sua campagna contro gli assenteisti. «La Cgil dice no? E chi se ne frega!» esplode il ministro alla prima occasione, fiero della rottura con il sindacato rosso, nelle cui file una volta si spinse a scorgere le tracce del brigatismo, dando vita a una ormai celebre lite in diretta con Enzo Bianco: «Tu sei un criminale», «E tu un cretino». Contro la Cgil, ma non solo contro la Cgil. «L´importante è non dar retta ai sindacati antagonisti» spiega placido al Giornale, tracciando ancora una volta la linea che separa i buoni dai cattivi, i sindacati che accettano di collaborare con quelli che osano dire no.
Chi non è con lui è contro di lui, e dunque viene subitaneamente collocato nelle nicchie del disprezzo popolare. Tocca alla categoria meno amata da Berlusconi, quella dei magistrati: «Vorrei mettere dei tornelli anche per loro, lavorano solo 2-3 pomeriggi a settimana». Ma tocca, chissà perché, anche i chirurghi: «Negli ospedali i macellai non sono pochi». Ogni volta c´è una categoria che insorge, ma ogni volta Brunetta cattura una fetta di consenso in più, pescando nel pozzo profondo della rabbia, della paura e dell´insofferenza.
Un giorno se la prende con i politici del Sud, gestori di «un federalismo bastardo, sprecone e piagnone», un altro liquida con sarcasmo la proposta di Dario Franceschini di dare un assegno mensile ai disoccupati: «Un assegno? E perché non caviale e champagne?». Alla fine, come un puzzle, incastrando i tasselli degli statali fannulloni, dei sindacati estremisti, degli avversari cretini, dei chirurghi macellai, dei magistrati pelandroni e dei meridionali piagnoni e spreconi appare l´immagine deformata di un´Italia viziata e corrotta, pigra e incattivita, che può sperare di salvarsi solo se si aprirà in due per lasciar passare Brunetta il fustigatore.


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