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Repubblica-Il maestro e la ministra "In quella riforma solo parole"

L'INTERVISTA Il maestro e la ministra "In quella riforma solo parole" una missione Per insegnare ci vuole passione, ma non si può basare tutto sul volontariato LE DIFFICOL...

20/05/2004
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Il maestro e la ministra "In quella riforma solo parole"
una missione Per insegnare ci vuole passione, ma non si può basare tutto sul volontariato
LE DIFFICOLTà Nelle classi ci sono fino a 27 bambini e nessun aiuto per inserire gli stranieri
Lavora alle elementari di via Ariberto da dieci anni e guadagna 1.100 euro al mese: "La Moratti ci sta prendendo in giro"
ZITA DAZZI


Davide Rossi, 32 anni, insegna alla quarta C nelle elementari di via Ariberto. È un maestro adorato dagli alunni e dalle famiglie per la passione che mette nel suo lavoro, uno che arriva in classe ogni mattina con l'entusiasmo della prima volta. Ma l'ultimo giorno di scuola darà forfait, aderirà allo sciopero indetto dai sindacati confederali, anche se non ne fa parte.
Perché, maestro Davide?
"Non si può andare avanti in questo modo. D'accordo che questo lavoro dev'essere vissuto come una missione, ma non può essere tutto basato sul sacrificio degli insegnanti. Io, dopo 10 anni, prendo ancora 1100 euro al mese. Nella mia scuola ci sono dodici cattedre vacanti e continueremo con i precari. Questo significa la totale incertezza per 12 classi, nonostante il continuo aumento delle iscrizioni e della richiesta per il tempo pieno".
Le assunzioni costano.
"Sì, ma a forza di tagliare posti in organico ormai ci ritroviamo con classi partite in prima con 22 alunni che arrivano ad averne in quinta 26 o 27. I bambini aumentano e i maestri calano. In aula ogni anno si aggiunge qualche sedia perché non ci sono i docenti per fare nuove sezioni".
Che differenza può fare avere qualche bambino in più in classe?
"Se ne avessi qualcuno in meno potrei seguirli meglio. Potrei avere più tempo per correggere tutti i temi e le ricerche, come mi piace fare. Avrei qualche decina di minuti in più da dedicare a ciascuno. La classe non può diventare una mandria, una stalla da riempire all'inverosimile".
L'avete fatto finora, continuerete a farlo.
"Veramente la situazione peggiora di anno in anno. Aumenta il numero degli alunni stranieri e non c'è una lira per aiutarli ad inserirsi bene. Mi è arrivato in classe un bimbo marocchino e non ho avuto nessun aiuto per insegnargli l'italiano. Ho dovuto arrangiarmi da solo, rallentando il lavoro degli altri alunni e facendo una fatica bestiale per portarlo alla pari".
Però insegnerete inglese e informatica dalla prima, come promette la riforma Moratti.
"Lasciamo perdere questo tasto. Anche in questo caso è tutto affidato alla buona volontà del preside e degli insegnanti. Non ci sono stati assegnati docenti in più per queste materie. Facciamo tutto noi. Dai corsi di formazione interni, all'insegnamento della lingua straniera, ruotando su classi diverse".
Almeno avrete i computer.
"La Moratti aveva promesso un pc a testa. Ci è arrivata un' una tantum di 30 euro l'anno scorso per l'aggiornamento. È una presa in giro".
E che cos'altro vi hanno tagliato?
"Tutto. Dai biglietti del tram per portare i bambini in gita agli ingressi gratis nei musei; dai fondi per i laboratori a quelli per comprare libri e materiale didattico. Non se ne può più".


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