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Repubblica-Il lutto bianco della scuola

Il lutto bianco della scuola La Repubblica - 14-03-2002 Fazzoletti bianchi nella scuola, come protesta per il disegno di legge sugli organi collegiali di scuola norme sul governo delle i...

14/03/2002
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la Repubblica

Il lutto bianco della scuola
La Repubblica - 14-03-2002

Fazzoletti bianchi nella scuola, come protesta per il disegno di legge sugli organi collegiali di scuola norme sul governo delle istituzioni scolastiche approvato dalla maggioranza. Lutto bianco e forte protesta nelle scuole perché nel disegno di legge la complessità della questione trova soluzioni nette, funzionali ad un disegno di governo delle Istituzioni scolastiche in cui la collegialità è residuale e mera citazione. In questa scuola è residuale la collegialità, che ha bisogno di un sistema di regole condivise e di non facili percorsi di discussione e coondivisione; viene invece proposto un patto educativo tra scuola e famiglia, come cita l'articolo 1 del disegno di legge, per cui le famiglie hanno libertà di scelta e la scuola deve consentire opzioni educative e formative individuali di singoli o gruppi di insegnanti, nell'ambito della libertà di insegnamento. Questa scuola rischia di trovare consensi tra le famiglie e gli insegnanti. Chi infatti non ha avuto qualche doglianza con la scuola dei propri figli, specie se non bravissimi, trovando corporativismi e scarsa disponibilità a un vero dialogo con le famiglie? Quanti insegnanti sono stanchi di una collegialità spesso stantia e rituale? Capiranno e si opporranno alle lusinghe della semplificazione? In questo quadro di riferimento perdono seccamente gli insegnanti, i dirigenti scolastici e il personale della scuola. Il Consiglio della Scuola che ha compiti di indirizzo e di programmazione e adotta il piano preparato dal collegio verificandone la rispondenza agli indirizzi del Consiglio, risulta chiaramente sovraordinato al collegio dei docenti; oltretutto, essendo sperequata numericamente la composizione del Consiglio soprattutto nelle scuole medie ed elementari in cui hanno la netta maggioranza i genitori e un esterno (sei membri) rispetto agli interni - docenti, dirigente e direttore amministrativo (cinque membri), si evince la netta visione della scuola come scuola della famiglia. E' svilito il ruolo del Collegio dei docenti a cui si riserva il compito della programmazione e coordinamento delle attività didattiche senza chiarire specifiche responsabilità e prerogative che favoriscono una progressiva qualificazione della funzione docente.
Se si pensa che contemporaneamente una commissione molto ministeriale e ristretta discute del codice deontologico dei docenti, con scarsissimo coinvolgimento degli organi di rappresentanza dei docenti stessi, con il rischio della emanazione di un mansionario, si comprende come sia penalizzata la parte migliore dei docenti. Il dirigente scolastico che presiede il consiglio, il collegio, che è responsabile della gestione e dei risultati dei servizi sembra acquistare potere come un nuovo padrone del vapore. Anche degli ATA non si parla, del personale della scuola, insomma. Sono censurati. E una dimenticanza voluta, legata a un'idea di scuola in cui i servizi di supporto si privatizzano e si esternalizzano? Non merita cenno di discussione, tanto è squalificato, l'articolo 9: riguarda i Nuclei di valutazione sul funzionamento dell'Istituto composti da un genitore garante dell'utenza, da un docente e da un non meglio identificato soggetto esterno.

Bestrice Mezzina


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