Il futuro della ricerca
IGNAZIO MARINO
Caro direttore,in questi giorni le ricette per far fronte alla crisi economica fioriscono quasi quotidianamente sulle prime pagine dei giornali italiani. Leggo, attento, le riflessioni di tanti politici ed analisti, ma raramente mi imbatto in soluzioni che considerino la ricerca scientifica ed insieme la trasparenza, il merito e la competenza, chiavi di volta del futuro del nostro Paese. « è il solito visionario penseranno alcuni per uscire da questa crisi bisogna far riprendere i consumi, mettendo i soldi in tasca al ceto medio». Sarà, ma la visione appare corta, lo sguardo miope.
Basta guardarsi intorno: nel pieno della crisi economica globale, la Francia ha deciso di investire in ricerca circa il 2% del Pil, la Svezia è oltre il 4% e noi, dove siamo? La nostra Finanziaria, dal precedente, già vergognoso 1,1%, ci trascina allo 0,9%: nell´Europa a 15, peggio di noi fanno solo Portogallo e Grecia.
Il futuro dell´Italia è nelle mani di giovani donne e giovani uomini competenti, creativi e pronti a mettersi alla prova, ma troppo spesso oppressi dai tagli alla ricerca e da opachi criteri nell´assegnazione delle cattedre universitarie, largamente in mano ai baroni e agli amici degli amici.
è vero che ripensare l´intero sistema è cosa lunga e complessa, è anche vero però che l´attesa di tempi migliori va colmata con piccoli, decisi segnali nella giusta direzione.
La rivoluzione diceva Bruno Munari va fatta senza che nessuno se ne accorga. Un primo passo lo abbiamo mosso assegnando, con gli emendamenti alla Finanziaria 2007, 15 milioni di euro ai progetti di 26 giovani ricercatori, scelti tra oltre 1700, da un gruppo di scienziati under 40, per metà stranieri, secondo il criterio della peer review (la valutazione tra pari).
Il secondo passo stavamo per compierlo e questa volta, con l´articolo che riuscii ad inserire nella Finanziaria 2008, i finanziamenti disponibili ammontavano a ben 81 milioni di euro.
Un altro gradino, sul quale però l´attuale Governo si è voluto fermare: quegli 81 milioni di euro sono già stanziati, pronti per essere assegnati, ma andranno perduti se il Ministero della Salute e quello dell´Università e della Ricerca non pubblicheranno, entro il 31 dicembre 2008, il bando di concorso.
Il Ministro Sacconi il 7 novembre scorso, alla presenza del Capo dello Stato, al Quirinale, aveva solennemente garantito che avrebbe fatto quanto di sua competenza, per consentire ai nostri giovani migliori di avere, anche quest´anno, un bando dedicato a loro.
Dopo tutto gli stanziamenti ci sono, messi a disposizione dalla Finanziaria del Governo Prodi.
Questo mero passaggio formale, in cui, voglio ribadirlo, non c´è da investire nuovi denari, permetterebbe, tra l´altro, al Governo Berlusconi una straordinaria operazione di marketing politico. Ma allora perché ci vuole tanto a mettere una firma?
Ormai, al 31 dicembre, mancano pochi giorni. Un assurdo conto alla rovescia che forse vedrà i corrotti, padri e figli delle clientele accademiche, festeggiare il Capodanno due volte e i nostri migliori cervelli, caparbiamente al lavoro negli scantinati delle Facoltà per due lire, due volte sentirsi sconfitti, magari ripensando alla generosa offerta di un ateneo americano, rifiutata con la speranza di un futuro in Italia.
La speranza, ecco un´altra parola necessaria per pensare al domani.
Con chi vorranno brindare i Ministri Sacconi e Gelmini?
(L´autore è presidente della Commissione Parlamentare d´inchiesta sul SSN del Senato della Repubblica)
|