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Repubblica: Il futuro dei medici appeso al numero chiuso

Il concorso a quiz è una specie di roulette russa. Dagli ultimi dati a disposizione (anno accademico 2008-2009) per 7990 posti, gli aspiranti sono stati 59.713. La competizione è, quindi, accanita. Le norme che la regolano appaiono per molti aspetti cervellotiche e inique

12/04/2010
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la Repubblica

L´incubo del numero chiuso devasta le notti insonni di tanti giovani che aspirano ad iscriversi alle Facoltà di Medicina-Chirurgia e di Odontoiatria.
Il concorso a quiz è una specie di roulette russa. Dagli ultimi dati a disposizione (anno accademico 2008-2009) per 7990 posti, gli aspiranti sono stati 59.713. La competizione è, quindi, accanita. Le norme che la regolano appaiono per molti aspetti cervellotiche e inique. Non mancano proposte, avanzate da molti studiosi, per migliorarle. Tra le tante pervenute al ministro Mariastella Gelmini mi appaiono convincenti quelle formulate dal prof. Achille Gaspardone, primario cardiologo al Sant´Eugenio di Roma, anche a nome di altri suoi colleghi. Tutti concordano sul fatto che il "numero chiuso" permette la necessaria programmazione degli accessi alle varie professioni della Sanità. Ad esempio, in una popolazione come quella italiana tra le più longeve e le meno riproduttive, appare evidente che nei prossimi anni ci sarà più bisogno di geriatri che di pediatri; d´altro canto, l´arrivo di popolazioni migratorie da aree in cui sono endemiche patologie infettive come per esempio la tubercolosi, richiederà nei prossimi anni un certo contingente di specialisti in malattie infettive polmonari. Tuttavia l´attuale procedura per l´ammissione alla Facoltà di Medicina presenta un evidente limite che la rende oltre che ingiusta anche esposta a potenziali manipolazioni. Attualmente la normativa prevede un esame di accesso basato su quiz di cultura generale; biologia; chimica e fisica/matematica. La prova di ammissione consiste nella soluzione di ottanta quesiti formulati con cinque opzioni di risposta, di cui il candidato ne deve individuare una soltanto. I quiz devono essere risolti in 120 minuti. Il voto della prova è di 1 punto per ogni risposta esatta, meno 0,25 punti per ogni risposta sbagliata e 0 punti per ogni risposta non data.
Conclusa la prova, viene compilata una graduatoria generale di merito e viene attribuito a ciascun candidato un punteggio equivalente alla somma dei voti riportati nella prova. I quiz sono uguali per tutti gli atenei (preparati ed inviati dal ministero della Pubblica Istruzione il giorno dell´esame) e l´esame di ammissione avviene nella stessa data a livello nazionale. Ne discende che lo studente può fare domanda ad un unico ateneo pubblico alla volta all´anno e che le graduatorie non siano nazionali bensì specifiche per il singolo ateneo. Si può, quindi, verificare che se in un ateneo vi è un alto tasso medio di risposte esatte al quiz di ammissione verrebbe pregiudicata l´ammissione di studenti che in un altro ateneo pubblico, con soglia media di risposte corrette ai quiz più bassa, avrebbero potuto superare facilmente la soglia di risposte esatte per l´ammissione. A titolo puramente esemplificativo, prendendo due atenei pubblici denominati "A" e "B" con 100 posti disponibili ciascuno, se nell´ateneo "A" 100 studenti rispondono correttamente a tutte le 80 domande e nell´ateneo "B" il massimo punteggio raggiunto è di 70 risposte esatte, verrebbe pregiudicato l´accesso alla facoltà di medicina nell´ateneo "A" degli studenti con risposte esatte tra 70 e 80, che, al contrario, avrebbe potuto accedere alla facoltà di Medicina dell´ateneo "B". Proprio per prevenire queste evidenti discrepanze e ineguaglianze, in altri paesi europei, come la Gran Bretagna, si procede a un test nazionale con graduatoria nazionale e gli studenti ammessi scelgono la sede universitaria sulla base della posizione in graduatoria (la Facoltà migliore o la più comoda). Questo modello permetterebbe di superare i limiti attuali che rendono la procedura concorsuale palesemente ingiusta, equivoca e diseguale. Infine una valutazione con graduatoria nazionale renderebbe decisamente più difficoltosa la manipolazione locale delle graduatorie, come è accaduto in alcuni atenei.


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