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Repubblica: I tagli alla scuola? Sì, se è pubblica. La Camera: più fondi alle private

Tre mozioni - Pdl, Udc, Idv - con toni e cifre diverse chiedono più soldi per le paritarie nella prossima Finanziaria. Mentre allle statali si tolgono 8 miliardi

11/05/2009
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Più soldi alle paritarie. Mentre l'Esecutivo taglia 8 miliardi (e 134 mila posti in tre anni) alla scuola pubblica il Parlamento impegna il governo perché nei prossimi mesi aumenti i finanziamenti alle scuole private. I promotori delle mozioni approvate dalla Camera durante la seduta dello scorso 6 maggio sanno che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sta predisponendo la Finanziaria per il 2010. Due delle tre mozioni che hanno incontrato il consenso dell'aula di Montecitorio, nella sostanza, chiedono dapprima di restituire alle scuole paritarie il "maltolto" (leggasi taglio effettuato con la legge finanziaria del 2009) e, successivamente, di allargare i cordoni della borsa.
Sull'esigenza di supportare le scuole paritarie, che vedono impegnata sul campo la chiesa cattolica, si è realizzato alla Camera un accordo abbastanza largo che ha coinvolto un pezzo dell'opposizione. La mozione che senza troppi preamboli chiede al governo di "incrementare le risorse destinate al sistema paritario" è quella sottoscritta da una trentina di deputati del Pdl (tra i quali Cicchitto e Cota, due uomini molto vicini al presidente del consiglio Berlusconi), della Lega e del Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo.
La questione viene affrontata partendo da molto lontano. Occorre "realizzare interventi - si legge nel testo - volti a facilitare e promuovere le condizioni per l'effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie". Una richiesta che potrebbe addirittura apparire legittima se non determinasse il fatto che per "realizzare tali condizioni" bisogna "incrementare, fin dal disegno di legge finanziaria per il 2010, le risorse destinate al sistema paritario". Ma non solo. Per "facilitare la scelta educativa delle famiglie" è necessario "uno specifico strumento legislativo che, con risorse aggiuntive dello Stato, realizzi interventi speciali a sostegno della libertà di scelta educativa" dei genitori italiani.

I deputati hanno le idee chiare in merito. La risposta è data da "mix di strumenti quali: buoni scuola per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di iscrizione e di frequenza in scuole paritarie; detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie in misura adeguata a ridurre significativamente gli oneri, calibrate a scalare per le famiglie con i redditi più bassi". Sarà d'accordo Tremonti che l'anno scorso ha fatto andare su tutte le furie i vescovi italiani tagliando 133,4 milioni al sistema paritario, per poi dovere tornare sui suoi passi e restituirne 120?
Ma non basta: mancano all'appello 13,4 milioni ai quali le scuole paritarie non intendono rinunciare. E con una formula piuttosto criptica i richiedenti invitano il governo "ad adottare iniziative per recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per l'esercizio finanziario del 2009 ammonti sostanzialmente a quelli assegnati nell'esercizio finanziario 2008": circa 500 milioni. Cifra che ai gestori delle paritarie sembra insufficiente e che potrebbe essere incrementata di altri 100 milioni.
Anche l'Udc, con nove deputati, scende in campo a favore delle scuole paritarie chiedendo al governo di "garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie" e "il ripristino integrale delle risorse sottratte alle scuole paritarie dalla manovra economica". Ma non solo: i deputati di Pier Ferdinando Casini battono cassa per centinaia di milioni di euro. Occorre "ripristinare per il 2009 - si legge nella richiesta - il finanziamento di 240 milioni di euro per il sistema di istruzione e formazione professionale, recuperando, inoltre, i 440 milioni di euro relativi ai due anni precedenti".
Più soft le richieste dell'Italia dei Valori, che ha proposto la terza mozione approvata dalla Camera. I deputati di Di Pietro chiedono al governo di "sostenere lo sviluppo dell'iniziativa privata nel settore formativo nell'ambito di una politica di sostegno dell'intero sistema scolastico nazionale, nel quale pubblico e privato siano coordinati nell'ottica di un sistema unico, parificato ma omogeneo".


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