Repubblica: "I prof di oggi? Invece di studiare protestavano"

PALERMO - «Una delle ragioni per le quali gli studenti studiano male è perché alcuni insegnanti sono usciti da anni in cui le discussioni sul Vietnam avevano preso il posto dell´imparare». Lo ha detto il ministro dell´interno, Giuliano Amato, rispondendo sui problemi della scuola durante un dibattito che si è svolto nell´aula bunker dell´Ucciardone nell´anniversario della strage di Capaci. E la frase non è piaciuta a professori, intellettuali, scrittori che da anni insegnano nelle scuole, che nel periodo della contestazione studiavano nelle aule oltre a fare politica.
«Rimando l´accusa di impreparazione al mittente. È una voce ricorrente quella di Amato: accuse, attacchi a Don Milani, agli insegnanti post ‘68. Così non va, non è giusto, e non è vero: quell´epoca diede il via ad un´ondata di rinnovamento. Certo si parlava di politica, si leggeva per la prima volta il giornale in classe ma questo non significa che non studiassimo». A dirlo con tono gentile, ma convinto rimandando alle ministro le accuse di impreparazione è lo scrittore Domenico Starnone, che ha insegnato a lungo nella scuola media superiore e si è occupato della didattica dell´italiano.
«La verità è che i politici, di destra e sinistra, invece di gettare comodamente la croce agli altri, dovrebbero domandarsi come mai tolgono sempre soldi e investimenti alla scuola. Più di 300 milioni di euro sono spariti», dice il professore. Che aggiunge: «Il vero problema non è se allora a scuola parlavano di Vietnam, ma il fatto che quell´ondata di rinnovamento si è ingorgata, lo sforzo costante di una scuola di qualità per tutti si è bloccata».