Repubblica.I genitori, gli studenti e la Moratti
CARO Augias, l'altra mattina mio figlio mi ha chiesto di svegliarlo presto perché doveva partecipare ad una assemblea nella scuola occupata. Abbiamo parlato, mi ha esposto i suoi dubbi, e di col...
CARO Augias, l'altra mattina mio figlio mi ha chiesto di svegliarlo presto perché doveva partecipare ad una assemblea nella scuola occupata. Abbiamo parlato, mi ha esposto i suoi dubbi, e di colpo mi sono resa conto di non essere riuscita a dargli alcuna risposta esauriente, anzi nessun aiuto.
Ascoltandolo ho provato disagio: ascoltavo il suo entusiasmo con condiscendenza, quella che si usa con persone che crediamo inadeguate alle situazioni che stanno vivendo. Mi sono vergognata, come persona, cittadino, donna, soprattutto come genitore.
Ho pensato che se gli avessero fatto un qualsiasi altro torto, sarei intervenuta per protestare e proteggerlo, mi sono chiesta dove fosse finito il "cuore di genitore" di fronte ad una questione così importante. Non si sta forse decidendo del futuro della scuola, del futuro dei nostri figli, di quel futuro democratico in cui tanto abbiamo creduto? Ed ora che ci tocca così da vicino dove siamo? Cosa stiamo facendo?
A suo tempo dovetti combattere con un padre che non rispettava le mie idee, ma forse la mia indifferenza è più grave dell'opposizione che allora ho dovuto affrontare.
Perché noi genitori non siamo scesi in piazza a protestare al fianco dei nostri figli?
Non gli abbiamo forse detto dopo l'11 settembre che non avremmo dovuto accorgerci dei problemi del mondo solo quando accadono stragi orribili?
Penso che non dovremmo permettere alle nostre delusioni di pesargli addosso incrinando con sottile disincanto la loro voglia e il loro diritto di crescere ed agire.
Francesca Rodriguez
francescarodriguez@libero.it
GENTILE Augias, sono la madre di una ragazza che frequenta la seconda classe di un liceo scientifico. Giorni fa c'è stata la manifestazione degli studenti e mia figlia mi ha chiesto se poteva andare; abbiamo discusso a lungo, alla fine mia figlia ha partecipato anche perché reputo questa un'esperienza formativa e un modo di confrontarsi con altri ragazzi.
Il giorno dopo la preside non ha accettato la giustificazione sul libretto e ha convocato i genitori degli assenti. Chi ha dichiarato assenza per malattia (mentendo) è stato giustificato, gli altri no, con la minaccia di punizioni in caso di altri scioperi. La preside ha spiegato che non esiste una disciplina sul diritto allo sciopero degli studenti, motivando inoltre il suo intervento con l'idea che i genitori di oggi sono incapaci di educare i figli non riuscendo mai a dire "no".
Se il mio ruolo di genitore è ritenuto così insoddisfacente mi aspetto che la preside, pubblico ufficiale, ricorra al tribunale dei minori per assumere lei la patria potestà; se ciò non avviene vuol dire che decido io quale comportamento di mia figlia giustificare e quale no; mi chiedo anche che valore d'educatore abbia chi lancia ai giovani il messaggio che mentire e non avere il coraggio delle proprie azioni è premiante in questa società.
Lettera firmata
Roma
E' POSSIBILE che il ministro Moratti, capita la lezione, moderi i punti più controversi, e minacciosi, della sua riforma. Queste lettere dimostrano comunque una cosa: l'agitazione della scuola sarà servita, in molti casi, quanto meno ad aprire un dialogo genitori-figli su temi concreti. Quasi ogni possibilità di capire, e migliorare, comincia da lì.