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Repubblica: Guerra o pace tutto dipende dalla scuola

È una questione di educazione, a quanto pare: educazione alla pace o educazione alla guerra.

12/08/2006
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la Repubblica

EDNA CALÒ LIVNÉ

Apro gli occhi, guardo l´ora: le sei del mattino. Dopo aver controllato alle tre, alle quattro e alle cinque è arrivato il momento di alzarsi. Automaticamente accendo la televisione: raccontano una ad una le storie di 15 riservisti rimasti uccisi ieri in un´imboscata. 15 padri in meno, mi sento cosi pesante che non riesco a muovermi. Vorrei riaddormentarmi e ricominciare la giornata in un altro modo, ma devo alzarmi presto: oggi ho un incontro importante a Tel Aviv con il ministro dell´Educazione, Yuli Tamir. Un anno fa, per «La giornata del pane della pace», mi rivolsi a lei per ottenere i permessi a entrare in zona palestinese, e da allora c´e´ tra noi un profondo rapporto di amicizia. È uno dei personaggi più belli d´Israele: determinata, aperta a iniziative e a nuove idee, una persona per la quale l´essere umano ha un valore primario. Quando arriviamo c´è grande agitazione: il ministro del Tesoro ha appena comunicato che ci saranno tagli drammatici, a partire dagli stanziamenti per l´educazione. Tamir, circondata da cinque donne risolute non meno di lei, spiega che l´anno scolastico deve iniziare assolutamente il 1 settembre come ogni anno, anche se gli alunni dovranno studiare nei rifugi, anche se si dovranno organizzare viaggi speciali per non passare sul confine, anche se almeno dieci scuole sono state danneggiate o distrutte, e anche se insegnanti, alunni e genitori hanno vissuto un´estate traumatica. Il ministro e il suo team trovano comunque il tempo per accoglierci con grande affetto, per dimostrarci la loro solidarietà e la loro procupazione per noi e le famiglie della Galilea, e per ribadire l´importanza del lavoro educativo che facciamo con Bereshit la Shalom. Ci lasciamo incoraggiandoci a vicenda.
Quando usciamo riceviamo la notizia dei terroristi arrestati a Londra. Rivedo il volto di una bimba libanese dal capo coperto che ieri in tv diceva: «Da grande anch´io mi arruolerò negli Hezbollah e sarò felice di morire combattendo!». È una questione di educazione, a quanto pare: educazione alla pace o educazione alla guerra.

Romana, vive in Israele dal 1975. Fondatrice del Rainbow Theatre e della fondazione Bereshit la Shalom


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