ROMA - I lavoratori del pubblico impiego si preparano allo sciopero in autunno a sostegno del rinnovo contrattuale. Un incontro ieri mattina tra il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ha confermato le distanze tra le parti. Nessun passo in avanti e la decisione dei sindacati di passare alla mobilitazione: dalla fine del mese si terranno una serie di assemblee in tutti gli uffici per arrivare al 17 ottobre quando l´assemblea nazionale di 5.000 delegati deciderà di proclamare lo sciopero in assenza di risultati. Per ora tuttavia non si è interrotto il confronto, tanto che nel pomeriggio i sindacati di categoria sono tornati al ministero per ulteriori approfondimenti.
Il punto di scontro riguarda le risorse stanziate nella manovra economica per gli aumenti contrattuali. Le tesi tra le parti sono opposte. Non c´è la garanzia del recupero del potere d´acquisto, secondo i sindacati; ci sono in totale 2,8 miliardi, secondo il ministro Brunetta. Ma non è escluso che il pressing sindacale sul ministro possa anche sostenerlo per chiedere più risorse al titolare dell´Economia, Giulio Tremonti, in vista della preparazione della legge Finanziaria.
Ma, a parte gli stanziamenti per i prossimi contratti, il braccio di ferro riguarda anche il taglio ai fondi per il "salario accessorio" già deciso con la manovra. Stando alle stime elaborate dai sindacati ciò comporterebbe a partire da gennaio «un prelievo direttamente dalla busta paga dei lavoratori di un ammontare pari a 80-250 euro mensili». Un fatto - secondo Cgil, Cisl e Uil - di «una gravità inusitata». Quelle risorse, nella strategia del ministro, dovrebbero servire a premiare il merito e in ogni caso - ha ribadito ieri - quel taglio è stato compensato con la creazione di un nuovo fondo «a destinazione mista» con una dotazione iniziale di 200 milioni e con ulteriori entrate previste dai risparmi che si possono ottenere dalla riduzione delle consulenze e degli incarichi.
Il rinnovo contrattuale si intreccia così con la riforma della pubblica amministrazione targata Brunetta, a cominciare dalla cosiddetta "lotta ai fannulloni". Battaglia - che ha detto ieri il leader della Cgil Epifani - «è anche la nostra». «Noi vorremmo solo evitare che si facesse sempre e soltanto un polverone. Tutto quello che aiuta a combattere questa battaglia troverà la Cgil assolutamente disponibile, come sempre».
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