Repubblica: Gli ex bidelli marciano su Roma
Sit-in davanti a Montecitorio. In seimila, "ceduti" da Comuni e Province, chiamati a restituire fino a 15 mila euro Lo Stato chiede maxirimborsi. Il giudice: "Giusto non spazzare"
MARCO DI BERNARDO
SALVO INTRAVAIA
Rischiano di dovere restituire allo Stato fino a 15 mila euro. Per questo motivo una delegazione di seimila collaboratori scolastici (ex bidelli) e assistenti amministrativi siciliani parteciperanno oggi al sit-in di protesta davanti alla Camera, a Roma, organizzato da Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola. E questo all´indomani del giorno in cui il giudice monocratico Nicola Aiello ha assolto tredici ex bidelli della scuola elementare Perez, denunciati dalla preside per essersi rifiutati di usare la ramazza, avendo cambiato qualifica.
I "collaboratori" sono partiti ieri con treni e auto alla volta della capitale «per far valere i diritti acquisiti», di fatto cancellati dall´ultima Finanziaria (quella del 2006) messa a punto dal governo Berlusconi. «È una situazione assurda - dice Giusto Scozzaro, segretario regionale della Flc-Cgil - che pende sulla testa di migliaia di lavoratori siciliani. Alle difficoltà che il personale della scuola vive quotidianamente nell´Isola si aggiunge questa ennesima ingiustizia e il rischio per centinaia di loro di dovere restituire migliaia di euro allo Stato: oltre al danno, la beffa».
Ma di che si tratta? La vicenda ha inizio il 1° gennaio del 2000 quando, per effetto di una legge dell´anno prima, il personale Ata (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti tecnici) dipendente dagli enti locali (Comuni e Province) viene trasferito alle dipendenze dello Stato. Quasi tutti avevano maturato anni di anzianità che davano loro diritto a uno stipendio che ne teneva conto. La legge stabiliva che «a detto personale viene riconosciuta ai fini giuridici ed economici l´anzianità maturata presso l´ente locale di provenienza».
Nessuno si aspettava brutte sorprese, ma non fu così. Circa ottomila bidelli, assistenti di laboratorio e applicati di segreteria in servizio nelle scuole dell´Isola vennero trasferiti con "anzianità zero" e stipendio decurtato. «Non si trattava - spiega Scozzaro - di una libera scelta del personale, la legge era tassativa. Il taglio dell´anzianità pregressa era evidentemente illegittimo».
Quasi tutti, singolarmente o in gruppi, si rivolsero al giudice del lavoro che nel corso degli anni ha dato loro ragione. E, nonostante l´opposizione del ministero, in parecchi sono riusciti a ottenere il cumulo dell´anzianità di servizio prestata nell´ente locale di provenienza con quella alle dipendenze dello Stato. Situazione che ha consentito ai lavoratori di chiedere e ottenere dall´allora ministero dell´Istruzione il "maltolto", arretrati compresi.
Ma la situazione, per le casse dello Stato, cominciava a farsi economicamente pesante. Perciò il governo Berlusconi inserì nella Finanziaria 2006 una norma che legittimava il taglio dell´anzianità di servizio negli enti locali. Nel frattempo i ricorsi al giudice del lavoro andavano avanti. I più fortunati hanno ottenuto una sentenza definitiva, altri hanno comunque ottenuto le somme spettanti.
Nel giugno scorso la sentenza che mette la parola fine alla lunga querelle. La Corte costituzionale dichiara legittimo il comma 218 della Finanziaria 2006: chi ha una sentenza passata in giudicato non dovrà restituire nulla, tutti gli altri non avevano diritto alle somme ricevute e dovranno rimborsarle. Fra le centinaia di ex bidelli non ancora in possesso di una sentenza definitiva c´è chi ha ricevuto anche 15 mila euro che, a questo punto, dovrà restituire a rate. «L´unica via possibile per sanare una situazione di palese ingiustizia - conclude il segretario della Flc-Cgil siciliana - è quella politica. Per questo motivo andiamo a Roma e chiediamo un provvedimento che annulli il comma 218».