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Repubblica: "Gli agenti stiano fuori dall´aula"

Da Torino a Roma a Bari pochissime le voci di sostegno all´ipotesi Turco di un intervento a tappeto dei Nas

29/05/2007
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la Repubblica

La contestazione dei presidi: siamo noi a gestire il problema

OTTAVIA GIUSTETTI

TORINO - Spacca il mondo della scuola la proposta antidroga del ministro Livia Turco. Il problema dell´uso di sostanze stupefacenti negli istituti esiste ma la maggior parte dei presidi italiani sono dell´idea che un´azione repressiva serva a poco o nulla. Soprattutto pare una resa incondizionata quella di chiamare i carabinieri tra i banchi, una rinuncia senza riserve a svolgere il compito cui la scuola deve assolvere: educare i ragazzi e insegnare loro a rispettare la legge. In alcuni istituti, i più problematici, per tutelarsi da gravi responsabilità i dirigenti scolastici sono stati costretti a chiamare le forze dell´ordine. Ma in generale con guardia di finanza e carabinieri il rapporto di collaborazione prevede solo sporadiche sortite inattese con i cani antidroga all´uscita degli istituti. A Bologna, i controlli vengono decisi all´inizio dell´anno scolastico con un accordo tra la prefettura e l´ufficio scolastico provinciale. Tra i banchi delle scuole di Bari, i cani antidroga dei carabinieri ci sono stati appena sei giorni fa. Li ha chiamati il preside del liceo scientifico Scacchi, il più prestigioso della città, preoccupato dalle continue segnalazioni che arrivavano dai professori. «Purtroppo nei bagni ci sono molti ragazzi che fumano spinelli, durante l´anno ho chiesto aiuto agli agenti per ben cinque volte e in tutti i casi hanno trovato droga - dice il preside, Emanuele Stellacci - l´ultima volta è andata bene, ecco che questi interventi servono».
Il caso dell´istituto torinese Niccolò Copernico, dove i carabinieri hanno messo contro il muro i ragazzi nelle aule è quello che ha fatto più notizia. Ma l´assessore piemontese all´Istruzione, Gianna Pentenero, è contraria a provvedimenti simili adottati di routine: «Le forze dell´ordine devono solamente gestire l´emergenza - dice - per tutto l´anno scolastico sono docenti e presidi che devono tornare a farsi rispettare».
Il coro dei «no» alla proposta Turco raccoglie le voci di studenti, insegnanti e anche moltissimi presidi in ogni città. «Il professore se ne accorge se un alunno ha qualche problema» dice Giovanbattista Galbo, del liceo Visconti di Roma. «Non vorrei che si pensasse di inventare il poliziotto di scuola dopo il poliziotto di quartiere»: è il timore di Massimo Batoni, preside del Gramsci di Firenze. E ancora, da Napoli: «I carabinieri li si mandi ad arrestare gli spacciatori - dice l´assessore provinciale all´Istruzione, Angela Cortese - si colpiscano le piazze dello spaccio, non gli spinelli». A Milano la preside dell´Itc Moreschi Carola Feltrinelli ironizza: «Non sono del tutto contraria ma il ministro deve spiegare per quale motivo vuole elevare la quantità minima di cannabis consentita». Roberto Tripodi, preside del tecnico industriale Volta di Palermo, ha trovato un altro sistema. Da marzo affibbia multe a ragazzi e bidelli che non rispettano le regole: 30 euro per una sigaretta, 275 euro per uno spinello. Lo hanno ribattezzato il preside-sceriffo.


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