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Repubblica/Genova: Università, i prof con i ricercatori "Senza di loro, andiamo a bagno"

Il preside di Economia Ferrando: rischiamo di non attivare venti corsi

19/06/2010
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la Repubblica

MICHELA BOMPANI

«SENZA i ricercatori andiamo a bagno: alla facoltà di Economia rischiano di saltare circa venti insegnamenti, nel prossimo anno accademico», il preside Pier Maria Ferrando non fa giri di parole. Anche i professori ordinari e associati della facoltà si uniscono alla protesta dei ricercatori, compatti. E contribuiscono a rendere grigio l´orizzonte dell´Università di Genova. Problemi analoghi si stanno profilando soprattutto a Ingegneria, Architettura, Scienze della Formazione, il cui preside, Guido Amoretti, ha già annunciato come siano a rischio quasi tutte le immatricolazioni, eccetto un corso di laurea.
Il consiglio di Facoltà di Economia, giovedì, ha messo nero su bianco, in un documento approvato all´unanimità, la prospettiva e «denuncia il rischio evidente di vedersi costretto a impoverire, per il prossimo anno accademico 2010-2011, la consueta offerta formativa». «Gli insegnamenti a rischio sono distribuiti a macchia di leopardo tra le lauree triennali e magistrali - spiega Ferrando - tra cui materie fondamentali e obbligatorie nei primi anni, come Economia, Ingegneria, Statistica. Ma non voglio drammatizzare, la situazione è in evoluzione e auspico che il governo e il parlamento possano determinare il rientro della protesta, assolutamente condivisa, dei ricercatori».
La facoltà di Architettura ha lanciato i bandi interni per gli insegnamenti e solo a fine mese si comincerà ad avere un quadro più preciso dei corsi mancanti: «Da noi, potrebbero saltare una trentina di corsi - dice il preside Stefano Musso - ma adesso è prematuro fare previsioni, la situazione è fluida, il parlamento potrebbe cambiare le cose, anche se la protesta è condivisa da tutta la facoltà. Tutti i nostri trentadue ricercatori aderiscono alla mobilitazione, i professori hanno espresso loro solidarietà e non assumeranno incarichi lasciati liberi da loro».


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