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Repubblica/Genova: Università alla ricerca della Ricerca perduta

i programmi dell´ateneo dovrebbero cambiare e in particolare nel comparto della ricerca (di base e avanzata) e dell´assunzione, magari a tempo, di giovani ricercatori

07/06/2007
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la Repubblica

VITTORIO COLETTI

Ci abbiamo provato parecchie volte su questo giornale a richiamare l´attenzione dell´opinione pubblica e delle autorità cittadine sulla nostra università. Ora l´allarme è lanciato dal Magnifico Rettore in persona e chi sa se si comincerà a capire che, pur dentro il diffuso, non piccolo malessere dell´università italiana, quello dell´ateneo genovese è un caso particolarmente grave, se non disperato. Non credo che il problema sia tanto quello di capire da dove viene il buco di bilancio. Non sarà difficile alla dottoressa Gatti, che da tanto tempo è tra i dirigenti dell´università di Genova, ricostruire genesi e dimensioni di questo ammanco. Il punto è quanto inciderà sulla vita universitaria anche solo la notizia, il sospetto del buco. Rettore e Direttore amministrativo si sono affrettati a dichiarare che i programmi non cambiano. E il primo guaio è qui: perché i programmi dell´ateneo dovrebbero cambiare e in particolare nel comparto della ricerca (di base e avanzata) e dell´assunzione, magari a tempo, di giovani ricercatori. La rassicurazione del Rettore, si capisce, vuol dire che le cose non peggioreranno ulteriormente. Difficile, anche se necessario credergli. Se il buco c´è, da qualche parte bisognerà trovare i soldi per ripianarlo. Ma l´università di Genova in questo momento ha un disperato bisogno di risorse straordinarie, aggiuntive, e non per riempire i buchi vecchi, ma per cominciare attività nuove. Da dove prenderle? Chi andrà a Roma a batter cassa al Ministero senza soldi? Quali parlamentari liguri si candidano ad affiancare il Rettore nell´improba missione? E il nuovo sindaco che cosa intende fare per non cominciare il suo mandato con l´università cittadina nel baratro? Nominerà un assessore apposito? Affiancherà il Comune all´ateneo nella costosa gestione e proprietà del patrimonio edilizio universitario? E la Regione, l´unico ente veramente in grado di rapidi e significativi interventi, continuerà a baloccarsi anche in questo comparto con leggi che, come al solito, creano nuovi enti e non distribuiscono che gettoni di presenza? Eppure, la Regione potrebbe persino procurarsi delle risorse straordinarie. Qualcuno ha già proposto un aumento dei pedaggi autostradali nei fine settimana, per i mezzi pesanti ecc. da destinare alla ricerca.
L´università non può aspettarsi grandi soccorsi dagli altri, anche per ovvie ragioni di competenza. Ma tutti gli enti possono aiutarla nel finanziamento della ricerca, nell´erogazione di assegni e borse di studio per giovani, nel cofinanziamento di posti di ingresso. Se si lanciasse un piano straordinario della ricerca in Liguria, sostenuto dagli enti, associazioni, imprese regionali, l´ateneo genovese potrebbe cercare di appianare i propri buchi di bilancio, senza che le sue attività specifiche e più qualificate debbano ulteriormente soffrirne.


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