Repubblica-Genova-Telecamere nelle scuole Rodotà vuole spiegazioni
Il Garante della Privacy chiede una dettagliata relazione all'assessore Massolo sui sistemi di videosorveglianza installati in sette istituti Telecamere nelle scuole Rodotà vuole spiegazion...
Il Garante della Privacy chiede una dettagliata relazione all'assessore Massolo sui sistemi di videosorveglianza installati in sette istituti
Telecamere nelle scuole Rodotà vuole spiegazioni
"Perché sono in funzione di giorno?"
Timori per il possibile controllo delle attività politiche
La Provincia difende l'iniziativa: "Sono state le famiglie a volerle, ma mi rendo conto che esistono molti rischi"
GIUSEPPE FILETTO
LA RICHIESTA di informazioni è partita da Roma nella stessa giornata di ieri, e nella mattinata di oggi il Garante della Privacy in Italia, Stefano Rodotà, dice che porterà la vicenda delle telecamere a circuito chiuso, utilizzate nelle scuole genovesi, al collegio dei giudici. "Nel frattempo ho già incaricato i miei uffici di chiedere un'esauriente relazione all'assessore alle Scuole - spiega il professore Rodotà - soprattutto per capire come, quando e perché il sistema di videosorveglianza, installato per il servizio notturno e per la sicurezza, venga utilizzato di giorno e per altri scopi. È chiaro che abbiamo bisogno di ulteriori informazioni, per poi poter procedere nel verso giusto: io sono un giudice, quindi occorre agire con cautela".
Comunque, sul caso delle sette scuole superiori del capoluogo ligure che già utilizzano il "Grande Fratello" per controllare gli ingressi e le uscite, ma anche gli atri ed i corridoi principali, è evidente l'intervento del Garante, che già nell'intervista dell'altro ieri (rilasciata a Repubblica) aveva anticipato le sue "riserve sulla legittimità dell'uso del sistema di videosorveglianza e sulle violazioni della privacy". E la richiesta di chiarimenti all'assessore provinciale alle Scuole (è il responsabile degli edifici scolastici e degli impianti) ha anticipato di qualche ora le dichiarazioni di Eugenio Massolo. L'assessore, appunto, precisa che le installazioni sono state volute dai presidi: "C'è da tenere presente che con il calo di personale ausiliario, dei bidelli che non sono stati riassunti, ciascun capo di istituto si è trovato nella difficoltà di poter controllare gli spazi comuni - sottolinea -. La telecamera, perciò, se utilizzata nel giusto verso, diventa un elemento di sicurezza per gli stessi alunni. D'altra parte, la richiesta di sorveglianza arriva anche dalle famiglie ed è stata valutata dai consigli di istituto, che proprio perché formati dalle varie componenti scolastiche, come professori, studenti e genitori, sono organi di garanzia".
Tuttavia, Massolo non nasconde il problema sollevato dagli studenti e dai responsabili del Cogede (Coordinamento Genitori Democratici): hanno avanzato palesi violazioni della privacy, laddove "l'Occhio Magico", più che essere puntato all'esterno, vigila invece sugli spostamenti interni alle scuole. Quell'elettrodomestico piazzato sulla parete che ti spia anche quando entri nella toilette, inizia a dar fastidio. Soprattutto in quegli istituti dove i monitor sono stati piazzati davanti ai bidelli o agli stessi presidi. Al commerciale Vittorio Emanuele di largo Zecca, all'industriale Gastaldi di via Dino Col, al tecnico Abba della Valpolcevera, al commerciale Rosselli, all'alberghiero Bergese e al professionale Odero di Sestri Ponente gli impianti funzionano solo di giorno, durante le ore di lezione. Soltanto al Convitto Nazionale Colombo di via Bellucci il circuito è attivo 24 ore su 24. "Queste scuole avevano chiesto gli impianti per la vigilanza notturna, per impedire intrusioni e vandalismi - chiarisce l'assessore - ma poi l'utilizzo rientra nelle competenze organizzative di ciascuna scuola". I capi di istituto, tra cui Dante Taccani del Bergese, però, assicurano il corretto uso.
In ogni caso, Massolo, ammettendo che "ci sono dei rischi da valutare attentamente e che occorre fare delle riflessioni ed arrivare ad una forma di regolamentazione delle telecamere", annuncia che anche lui interverrà: "Soprattutto per fare in modo che lo strumento installato per certi scopi non abbia altre funzioni". Quali? "Che i capi di istituto non se ne servano per controllare chi distribuisce volantini davanti la scuola, chi svolge attività politica. Che uno strumento per la sicurezza non diventi di vessazione".