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Repubblica/Genova: Senza precari l´università va in tilt stop a Erasmus e tirocini in azienda

Esplode la rivolta per i tagli del rettore tra professori e ricercatori Chiudono molti uffici e segreterie. E i servizi inevitabilmente si bloccano. Oggi vertice a Roma con il ministro Brunetta

14/01/2009
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la Repubblica

Il caso

MICHELA BOMPANI

Erasmus, tirocini, scuole di specializzazione, biblioteche: l´Università di Genova s´inceppa, senza precari. E gli studenti lanciano l´allarme: c´è chi deve rinunciare ai mesi di studio all´estero e chi deve contattare direttamente l´azienda dove doveva svolgere il tirocinio, sperando che l´accordo non sfumi. "Il sevizio tirocini è momentaneamente sospeso. A causa della riorganizzazione del servizio, legata ai problemi del personale precario, l´ufficio sospenderà la propria attività fino al 02.02.2009": sul sito della facoltà di Lettere l´avviso parla chiaro. L´ufficio tirocini è solo uno dei servizi dell´Università di Genova che hanno dovuto chiudere per mancanza di personale, dopo il licenziamento dei circa trecento precari tecnico-amministrativi del 31 dicembre scorso. Non solo il lavoro dell´Ateneo si ferma in molte sue declinazioni, ma pure sfumano tante opportunità per gli studenti: sempre sulla pagina dell´ufficio tirocinii si legge: «Resta inteso che nel periodo di sospensione non verranno stipulate nuove convenzioni e non potranno iniziare nuovi tirocini». E gli studenti che stavano per cominciare un periodo di pratica in azienda hanno dovuto rivolgersi direttamente all´impresa. Così sono nel panico gli studenti che si trovano alla vigilia del periodo di studio all´estero, per il progetto Erasmus: ancora nella Facoltà di Lettere (ma solo perché il sito della Facoltà è uno di quelli più aggiornati): «Il servizio erasmus è momentaneamente sospeso», scandisce la pagina web. E così gli studenti spiegano di dover provvedere da soli a contattare l´Università straniera d´accoglienza, cercare di pattuire il riconoscimento degli esami che all´estero verranno svolti, tutte pratiche finora svolte dagli efficienti uffici dell´Ateneo, oggi svuotati dalla mannaia - cosiddetta "ammazzaprecari" - del 31 dicembre. E alcuni studenti ci stanno pensando seriamente: non partire più.
Così è chiusa e sigillata la segreteria della Scuola di specializzazione per professioni legali di Giurisprudenza: a farla funzionare era una delle precarie liquidate a fine dicembre. Ma disservizi sono un po´ ovunque, soprattutto nelle biblioteche dove la maggior parte dei dipendenti era precario.
E gli ex precari dell´Università oggi pomeriggio alle 18.30 potrebbero volare direttamente a Roma, per incontrare il capo di dipartimento del ministro Renato Brunetta, che li ha convocati ieri, dopo un ulteriore lavoro di mediazione del presidente della Regione Claudio Burlando: «Vorremmo chiedere che il ministro accelerasse il passaggio in Senato del ddl 1167 - spiega un ex precario - l´articolo 15 apre a tutti noi la possibilità di riavere, almeno per un altro anno, un contratto». Per oggi è pure fissata all´Albergo dei Poveri un´assemblea di tutti gli ex dipendenti dell´Ateneo, con l´Onda degli studenti. «I nostri avvocati stanno studiando le carte: faremo causa all´Università di Genova - spiega un´ex precaria - e stiamo cercando di avere visibilità sulla tv nazionale: contattiamo Crozza, Gad Lerner e Giovanni Floris per denunciare il "caso Genova"».
Per il rettore Giacomo Deferrari non c´è un minuto di pace: ieri ha cominciato a convocare una ventina di ricercatori che hanno raggiunto i quarant´anni di contributi e ha illustrato il suo progetto di prepensionare 140 dipendenti, tra docenti, ricercatori e tecnici-amministrativi. I ricercatori sono sul piede di guerra: «Deferrari attacca noi perché siamo l´anello più debole - denuncia Marco Salotti, docente di Storia del Cinema, una specie di "istituzione" nella Facoltà di Lettere, ricercatore dal 1977 - propone di pensionare 75 ricercatori contro 19 docenti ordinari: così non si svecchia di certo l´Università». «Ricorreremo al Tar e vinceremo - annuncia Serena Salomone, ricercatrice e docente di Grammatica greca - non ci possono costringere a lasciare il nostro lavoro».


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