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Repubblica-Genova-Scuola, l'anno della confusione "L'unica certezza sono i tagli"

Pagina IX - Genova EMERGENZA GIOVANI La riforma Moratti avanza tra polemiche e rassicurazioni del ministro. Che non convincono. Un forum a Repubblica Scuola, l'anno della confusion...

01/07/2004
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la Repubblica

Pagina IX - Genova
EMERGENZA GIOVANI
La riforma Moratti avanza tra polemiche e rassicurazioni del ministro. Che non convincono. Un forum a Repubblica
Scuola, l'anno della confusione "L'unica certezza sono i tagli"
Cuozzo: "Dal primo settembre non tutte le richieste dei genitori vengono accolte e le 27 ore nelle superiori non sono garantite"
Burlando: "Quando vinceremo, dovremo intervenire subito, a incominciare dal ripristino dell'obbligo" a sedici anni"


UNA riforma che stenta a decollare: peraltro contestata dagli utenti della scuola e dagli stessi operatori (insegnanti e capi di istituto). Una Regione, a cui il Titolo Quinto della Costituzione affida la competenza sull'istruzione: in ritardo sulla preparazione e sull'applicazione della legge sulla formazione. Per capire di più, Repubblica ha organizzato un forum, in collaborazione con Maestrale, l'associazione culturale promossa e presieduta dal parlamentare dei Ds Claudio Burlando. Alla discussione, coordinata da Franco Manzitti, Giuseppe Filetto e Alberto Puppo, hanno partecipato Gaetano Cuozzo, ex direttore scolastico regionale, Carla Olivari, docente di Scienze nella scuola superiore e presidente del Cidi (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), Matteo Viviano del CoGeDe (Coordinamento Genitori Democratici), Renato Delle Piane, preside del liceo scientifico King, e Marcello Danovaro, direttore di Maestrale.
Repubblica: Come cambia, dunque, la scuola, anche a Genova e soprattutto alla luce della riforma?.
Cuozzo: "C'è una grande confusione nelle famiglie, ma anche tra gli addetti ai lavori; anche se il Ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, ha detto che per il prossimo anno scolastico tutto rimane com'è. Prima di tutto, dal prossimo settembre non tutte le richieste dei genitori vengono accolte e le 27 ore dei licei non sono garantite".
Repubblica: Ma gli studenti della scuola elementare e media, cosa faranno?
Burlando: "Sicuramente, cose che non fanno adesso. Non è ancora chiaro cosa potranno fare nelle dieci ore di tempo-mensa. Sembra di capire che si tratti di ore lasciate lì per poter parcheggiare gli alunni".
Cuozzo: "Una cosa è almeno chiara, cioè nella competizione tra scuola pubblica e scuola privata, emerge una privatizzazione del pubblico. In pratica le attività private vengono fatte nella scuola pubblica, con costi caricati sull'utenza".
Repubblica: In una situazione di incertezza, chi baderà ai bambini durante il tempo-mensa?
Viviano: "Dopo le proteste dei genitori, quest'anno il Ministro ha garantito la gratuità delle ore aggiuntive e la copertura con insegnanti in servizio. Anche se nella sola provincia di Genova si avranno 52 insegnanti in meno e soltanto 602 classi confermate, rispetto alle 672 richieste".
Repubblica: E per il tempo pieno?
Olivari: "L'attuale impianto era basato sulla presenza di due o più insegnanti. Uno per le discipline umanistiche, l'altro per quelle scientifiche ed eventualmente con quello di musica o di ginnastica. Con la riforma torniamo ad un maestro che sa tutto e fa tutto, con risultati che possiamo provare ad immaginare?".
Delle Piane: "Rispetto a questa cosa, aggiungo che in un momento in cui sarebbe stato necessario studiare il tempo pieno, per sfruttarlo sotto un'altra forma, invece lo si è ridotto ad una sorta di doposcuola vecchia maniera. È stato relegato a spazio dove non si studia e si fa dell'altro".
Danovaro: "Tutto questo si inserisce sul chi può fare che cosa e chi può pagarselo. Gli altri, coloro che non hanno i soldi, sono tagliati fuori".
Repubblica: D'Alema, comunque, ha detto che non si possono fare riforme ogni 5 anni. Quindi, se nel 2006 il centrosinistra tornasse al Governo, non cambierebbe la Riforma-Moratti?
Burlando: "Se vinceremo noi, dovremo intervenire rapidamente sul settore della scuola; ripristinare l'obbligo scolastico a 15-16 anni con decreto. Soprattutto perché siamo convinti che il percorso scolastico e formativo rappresenta in cuore della competizione. Senza cervelli e senza ricerca non cresce l'economia, non si dà una risposta organica al mercato del lavoro".
Viviano: "Questa riforma, infatti, non mette in pericolo soltanto la possibilità di collocare i nostri bambini al pomeriggio, ma pregiudica pesantemente la formazione, l'istruzione. Nella nuova scuola pensata dal centrodestra, la famiglia è concepita come un cliente e lo scopo è di arrivare all'abolizione del valore legale del titolo di studio".
Repubblica: Quali sono gli anticorpi per resistere a queste storture?
Olivari: "Per quello che possono fare gli insegnanti, nell'adozione dei libri di testo sono state riproposte quelle degli scorsi anni, secondo la vecchia maniera. Ancora prima si è vista una forte mobilitazione dei genitori e di tutto il personale della scuola".
Repubblica: Tra tante cose che non vanno, nella scuola sono presenti ricchezze?
Delle Piane: "L'autonomia, come momento di crescita, formulata dall'ex ministro Berlnguer. Ma questo processo è stato frenato anche dall'immobilismo attuale di Genova, della Regione".
Danovaro: "La Regione non ha fatto la legge sulla scuola, cosicché le Provincie devono sopperire per rispondere alla richiesta formativa".
Cuozzo: "L'incertezza costerà molto cara a questa Regione. Senza un patto territoriale sulla scuola, si avrà l'abbassamento della qualità. L'antidoto è far funzionare quello che abbiamo".


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