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Repubblica/Genova: Privatisti, stop ai diplomi facili

Quaranta studenti esclusi dalla maturità fuori regione

22/06/2007
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la Repubblica

Altri 250 maturandi, provenienti dalle province di Imperia e La Spezia, "diluiti" e "sorvegliati" in 5 scuole genovesi

Giro di vite del ministero e della direzione scolastica per bloccare le scuole che promettono il titolo di studio a pagamento

GIUSEPPE FILETTO

QUARANTA studenti genovesi "sospesi" dagli esami di maturità fuori regione. Tutti privatisti, avrebbero voluto presentarsi in scuole del Lazio e avevano chiesto il nulla osta all´Ufficio Scolastico Provinciale (l´ex Provveditorato agli Studi). «Avevano presentato una documentazione poco idonea - rivela Ambrogio Delfino, braccio destro di Attilio Massara, del direttore scolastico regionale - certificati di lavoro discutibili, motivi di salute altrettanto, perciò li abbiamo stoppati». Con loro altri 250, provenienti da tutta la Liguria: rappresentano l´esercito che gonfia il business dei cosiddetti diplomifici.
«Abbiamo tamponato quello che negli scorsi anni ha rappresentato uno scandalo nazionale», sottolinea Ambrogio Delfino. La confluenza di tantissimi maturandi nello stesso istituto, "indirizzati" dai centri di formazione di provenienza che consentono il recupero anche di 5 anni in uno e promettono dietro il pagamento di cifre salate il diploma facile. Fino allo scorso anno gli studenti, soprattutto provenienti da scuola private di Imperia e da fuori regione, erano indirizzati al Duchessa di Galliera e al Gobetti di Sampierdarena, unici istituti di Genova con la specializzazione in "Dirigenti di Comunità". «Questo fatto concentra un gran lavoro», si limita a dire Ignazio Venzano, preside del linguistico Deledda, che ha preso in carico il "Duchessa" dopo la morte di Enzo Cirone, avvenuta un mese fa.
Lo scorso gennaio il ministro dell´Istruzione, Beppe Fioroni, ha disposto che gli esami di maturità siano sostenuti nella propria regione, comunque nella sede scolastica più vicina al luogo di residenza. Per sottrarsi ad un destino forse segnato, gli studenti privatisti, consigliati dai centri di preparazione, avrebbero inventato residenze fasulle, problemi di lavoro fittizi per non potersi spostare in una città, ragioni di salute che impediscono di reggere gli esami in una regione climaticamente meno idonea al tipo di malattia denunciata.
«Nella maggior parte di casi sono tutte scuse», dicono alla Direzione Scolastica Regionale. Così è arrivato il giro di vite. Con l´attenta visione dei certificati e delle autocertificazioni. Stoppati i 40 che chiedevano di sostenere le prove a Roma, il Ministero ha disposto che gli altri 250, invece che concentrati in un solo istituto, fossero diluiti in 5 scuole di Genova: Gobetti, Duchessa di Galliera, Vittorio Emanuele-Ruffini, Pertini ed Einaudi, dove sono state istituite commissioni d´esami dedicate e non mancano le attenzioni degli ispettori ministeriali. Fin qui nulla di irregolare, dicono alla Direzione Scolastica Regionale. La presenza dei "vigilantes" sarebbe garanzia di corretto svolgimento delle prove. Anche se il Codacons ha presentato un ricorso al Tar del Lazio, chiedendo che i candidati sostengano le prove nelle regioni e nelle scuole scelte.
La vicenda ricorda il passato al linguistico Deledda. Qui, per anni e prima che il Ministero concedesse la parità alle scuole private (la possibilità di effettuare esami di Stato in sede) si era avuta un´elevata concentrazione di candidati esterni, provenienti da tutto il Nord Italia. Il "Deledda" era stato oggetto di ispezioni ministeriali e di sospetti, persino di indagini della magistratura, che, però, non hanno sfiorato mai il liceo genovese, ma gli istituti privati che, dietro il pagamento di cospicue somme di denaro, promettevano ai candidati un facile titolo di studio.


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