Repubblica-Genova-Lezioni universitarie in piazza dura risposta alla riforma Moratti
Pagina VII - Genova IL CASO Ieri la protesta dei docenti nell'atrio di palazzo Ducale Lezioni universitarie in piazza dura risposta alla riforma Moratti "Ormai i...
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IL CASO
Ieri la protesta dei docenti nell'atrio di palazzo Ducale
Lezioni universitarie in piazza dura risposta alla riforma Moratti
"Ormai il cinquanta per cento del personale che fa ricerca non ha un contratto fisso"
LEZIONI in piazza, per protestare contro il Decreto-Moratti. E un cartello dietro la schiena, con la scritta "Vendesi". Università svenduta e ricercatori pronti a fare le valigie. Ieri i professori universitari genovesi hanno fatto lezione all'aperto, nell'atrio di palazzo Ducale, un modo originale per contestare la riforma del governo di centrodestra.
Così, alcuni docenti si sono caricati in auto tavoli e computer, lavagna luminosa e puntatore laser, trascinandosi dietro un nugolo di studenti. L'iniziativa si inserisce nella settimana nazionale di mobilitazione varata dalle associazioni della docenza, degli studenti, dei dottorandi e dei precari, che hanno organizzato manifestazioni un po' in tutta Italia.
Seppure la protesta più forte si sia avuta a Roma, a Trastevere, dove le associazioni hanno promesso "La lotta vera deve ancora cominciare e inizierà a settembre", nel capoluogo ligure le lezioni all'aperto hanno richiamato l'attenzione di tanti. L'iniziativa era stata decisa lunedì scorso, nel corso dell'assemblea tenuta in via Balbi. Probabilmente, ma non ancora sicuramente, il 15 dicembre prossimo avrà luogo una giornata di sciopero degli atenei, con manifestazione nazionale che raccoglierà in forze la protesta universitaria.
Quali sono le ragioni vere della protesta? "Per noi universitari non è solo un problema di stato giuridico dei ricercatori - spiega Giuliana Parodi, segretario regionale della Flc-Cgil - ma riguarda tutto il futuro occupazionale dei precari". In proposito ieri gli universitari hanno fatto parlare i numeri: "Già in campo nazionale siamo al 50 per cento di precariato, con contratti sempre più brevi e senza alcuna garanzia - precisa Daniele Pergolesi, uno dei precari genovesi - a Genova non esistono dati, gli uffici non li danno, mentre vediamo aumentare i Cococo, gli assegnisti e i notulisti. Le nostre valutazioni ruotano attorno agli 800 ricercatori in regime di precariato".
La manifestazione di metà dicembre a Roma dovrebbe vedere anche gli universitari genovesi, prima che "nella sventurata ipotesi arrivi in Parlamento il disegno di legge delega". Le modalità della mobilitazione saranno decise dal tavolo delle associazioni nel suo complesso, in coincidenza con la discussione alle Camere.