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Repubblica-Genova-Il Grande Fratello tra i banchi

LA CITTÀ E LA SCUOLA Controllano ingressi e uscite, ma anche atri interni e cortili. Bidelli a tempo pieno dietro ai monitor Il Grande Fratello tra i banchi Telecamere in sett...

03/11/2004
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la Repubblica

LA CITTÀ E LA SCUOLA
Controllano ingressi e uscite, ma anche atri interni e cortili. Bidelli a tempo pieno dietro ai monitor
Il Grande Fratello tra i banchi
Telecamere in sette scuole superiori, esplode la protesta
L'assessore Massolo: "L'idea nasce per la sorveglianza notturna, non certo per i ragazzi"
L'ammutinamento del Paul Klee: "Hanno capito subito che non volevamo saperne"
GIUSEPPE FILETTO


ENTRA a scuola il Grande Fratello. Seppure in punta di piedi e discreto. Anzi, in alcuni edifici scolastici genovesi le telecamere sono utilizzate da tempo, ma adesso "quell'elettrodomestico" infilzato alla parete che ti spia e registra perfino quante volte raggiungi l'atrio, quante coke al giorno prelevi dalla macchinetta delle bevande, inizia a dare fastidio. Tanto che al liceo artistico Paul Klee il sistema di videosorveglianza è naufragato anzitempo: "L'hanno capito che era una cosa non voluta dagli studenti, tantomeno dal consiglio di istituto", dice Lorenzo Santagada, allievo della succursale di Salita Battistine.
Grande Fratello bocciato, ancora prima di raccogliere i frutti per i quali è stato installato. Le telecamere a circuito chiuso sono in funzione in ben sette istituti superiori genovesi: stando a quanto assicurano gli uffici della Provincia, dovrebbero controllare gli ingressi e le uscite, ma anche gli atri interni ed esterni, il retro ed i cortili (dove esistono) del tecnico commerciale Vittorio Emanuele di largo Zecca, del commerciale Rosselli e dell'alberghiero Bergese di Sestri Ponente, dell'industriale Gastaldi di via Dino Col, del tecnico Abba della Valpolcevera e del professionale Odero di Sestri Ponente. Gli impianti dovrebbero funzionare soltanto la notte, invece vengono attivati dai bidelli al mattino, e rimangono in attivo limitatamente alle ore di lezione, fino alla chiusura delle scuole. Soltanto il Convitto Nazionale Colombo ha un circuito collegato 24 ore su 24, anche in assenza di personale.
"Lo scopo della videosorveglianza è di assicurare la vigilanza, evitare intrusioni durante la notte - spiega Eugenio Massolo, assessore provinciale alle scuole - non certo controllare gli studenti, violare il diritto alla privacy". Così non è. Infatti, sono disattivati dal tramonto all'alba. "Invece, consentono ai presidi di utilizzarli come vogliono - sostiene il giovane Lorenzo - è ovvio che se io faccio del volantinaggio davanti la scuola, il mio preside mi controlla". Anche se Dante Taccani, capo di istituto al Bergese ed ex assessore comunale alle Politiche Giovanili, assicura che il suo "Occhio Gigante" è puntato sugli ingressi di via Giotto e tiene in memoria i fotogrammi per tre ore. In diversi istituti, però, i sistemi sono stati posizionati negli atri, nei corridoi principali, ed inevitabilmente finiscono per vigilare sulla vita degli allievi. "Non solo - dice Matteo Viviano, responsabile del Coordinamento Genitori Democratici - la telecamera è pur sempre qualcosa che può servire a chiunque per esaminare non tanto la presenza degli estranei, quanto invece gli stessi studenti e gli insegnanti".


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