Repubblica/Genova: "Il futuro si legge già a scuola vita difficile per i marocchini"
Andrea Torre, direttore del Centro Studi Medì: alle superiori otto studenti su cento non sono italiani
L´incognita La novità è rappresentata dall´ingresso della Romania in Europa, ma a Genova, per il momento, non si sono registrati arrivi di massa
NADIA CAMPINI
CROATI e polacchi sono i lavoratori specializzati più ricercati nel settore della cantieristica, mentre i marocchini sono quelli che hanno aperto più partite Iva come commercianti. E i loro figli tutti insieme costituiscono ormai una fetta consistente della popolazione scolastica genovese. «Nelle scuole superiori di Genova la popolazione straniera ha raggiunto il 7,7% - spiega Andrea Torre, direttore del Centro Studi Medì - il doppio della media italiana, che si attesta sul 3,8%». Genova ha una storia di immigrazione ormai consolidata, con una popolazione che nella provincia ha superato le 50.000 unità, in testa sempre gli ecuadoriani, seguiti da marocchini e per la prima volta al terzo posto ci sono gli albanesi. Da quattro anni il centro Studi Medì analizza questa presenza e pubblica un rapporto dedicato al «melting-pot» genovese.
Che rapporti ci sono tra le diverse etnie presenti in città. sudamericani e africani, cinesi ed europei dell´Est?
«E´ un po´ troppo semplicistico attribuire rapporti collettivi di simpatia o antipatia tra popolazioni diverse. Comunque il luogo dove tutte le diverse etnie si incontrano alla pari è la scuola. Noi abbiamo distribuito un questionario tra gli insegnanti e dalle risposte dei docenti risulta che gli alunni che hanno più problemi a rapportarsi con quelli di altre etnie sono i cinesi e i marocchini, mentre creano meno problemi di questo tipo ecuadoriani e albanesi».
Come si differenzia l´immigrazione genovese rispetto alle altre regioni italiane?
«Abbiamo una forte predominanza di ecuadoriani, ed è un dato ormai noto e consolidato e abbiamo anche una predominanza, oltre il 50%, della componente femminile, un elemento che deriva dalla richiesta del mercato. La predominanza di anziani in Liguria determina una forte necessità di personale di assistenza e di cura, colf e badanti in primo luogo, che sono quasi sempre donne e tante ecuadoriane sono impegnate in questo tipo di attività».
Si notano cambiamenti di tendenza che potrebbero determinare in futuro una modifica di questi equilibri?
«Per il momento no, sul fronte dell´immigrazione la grossa novità a livello nazionale è rappresentato dall´ingresso della Romania in Europa, che facilita notevolmente l´accesso ai romeni, ma a Genova e in Liguria non ci sono stati grandi arrivi di romeni, come si sono verificati invece a Milano o Torino».
Quali sono i settori lavorativi dove sono più presenti gli immigrati?
«Nel settore dell´assistenza agli anziani lavorano soprattutto gli ecuadoriani, nell´edilizia invece sono presenti molti lavoratori dell´Est Europa, dell´Albania e del Nordafrica, la novità che abbiamo registrato nell´ultimo rapporto sull´immigrazione è rappresentata invece dal settore industriale del porto, dove si stima che ormai il 40% degli addetti siano immigrati»
E´ qui che si trova una divisione abbastanza netta tra qualifiche.
«Sostanzialmente gli africani sono addetti ai lavori non specializzati, mentre i lavoratori dell´Est Europa sono operai e tecnici qualificati, come saldatori, ma questo deriva anche dal fatto che nei paesi dell´Est Europa ci sono percorsi formativi analoghi ai nostri, scuole in grado di formare, che sono molto meno diffuse nei paesi sottosviluppati».