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Repubblica/Genova: I giovani "rimandano" Fioroni "Sbaglia come la Moratti"

Dopo lo sciopero, parlano gli studenti che hanno contestato il ministro

14/10/2007
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la Repubblica

"Pochi i professori che danno qualcosa più del loro insegnamento, per gli altri è routine"
"Alle manifestazioni studentesche non succede niente, ieri qui era soltanto apolitica"

STEFANO BIGAZZI

È ANDATA bene, il ministro ha recepito. Forse. Gli saranno magari fischiate le orecchie. I liceali, quelli che non parlano e ammiccano, viaggiano con gli auricolari piantati nel cranio, digitano messaggi con crittogrammi come gli U-boot di Enigma, hanno tirato fuori la voce. Forte. Davanti a tutti, mica sul cellulare.
Gli studenti genovesi venerdì hanno protestato contro il disegno di riforma del ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. Come in passato contro Gui, Falcucci, Misasi, Malfatti, Iervolino, Scalfaro, Spadolini (che interruppe un lungo monocolore Dc nel dicastero). Chi più, chi meno, bersagli nel calderone. Quanto all´ultimo corteo, contro Fioroni e il suo esame di riparazione, un 6 stiracchiato, alla piazza. È andata bene ma la prossima volta, vox populi, ciascuno per sé.
Unicuique suum. Troppa promiscuità, c´è chi la manifestazione la fa per gioco e chi la sceglie di professione. Mica come Bocca di Rosa che quel che esercitava lo faceva con passione.
Arianna, Martina e Anna, liceo artistico Barabino e Fabrizio, istituto nautico San Giorgio, il giorno dopo, in redazione, a spiegare e raccontare se, perché e come esserci stati: «Io no - spiega Arianna - non ho condiviso tutti i motivi della protesta. Sono d´accordo su alcune cose, gli esami di riparazione sono inutili».
Gli altri tre hanno sfilato, gridato. Contestato, anche i coetanei, non solo il ministro. Fabrizio: «Cercano di cambiare le cose, ma sembra che la democrazia non esista più». Martina: «Non del tutto sbagliato, il recupero debiti è una grande presa in giro».

Però, ragazzi, tutto sommato - è il caso di dirlo - la faccenda dei debiti e dei crediti sarà pure comoda, ma resta comunque un po´ macchinosa. Fabrizio: «Da dieci anni a questa parte nessuno si è lamentato». Anna: «Abbiamo protestato contro la Moratti che non ci ha fatto fare niente, adesso lo facciamo con Fioroni che ci vuole far fare troppo». Fabrizio: «Tutto questo porta ad agevolare la scuola privata». Martina: «Ma se io ti do un debito hai tutta l´estate per recuperare una materia. Non è solo Fioroni, piuttosto parliamo di apertura mentale e di preparazione dei docenti». Anna: «Siamo abituati ad avere tutto, ci hanno sempre aiutato, bisogna andare per gradi: non si può rimandare uno al quarto anno, prima della maturità. Un esame secco, se non lo passi ti bocciano». Fabrizio: «È una scuola che si limita alle nozioni». Arianna: «Sono pochi i professori che ti danno qualcosa più del loro insegnamento, per gli altri sembra routine». Martina: «È giusto che la scuola dia strumenti per cavartela, se rimaniamo con il debitino... «.
Sono i rischi della vita. Calcolati. Uno fa niente e paga. E il corteo? Sembrava di essere alla partita. Cori, petardi (manca la squalifica della strada per almeno due giornate: il prossimo si fa a porte chiuse). Fabrizio: «Alle manifestazioni studentesche non succede niente. Ieri, almeno a Genova, era apolitica, tutti insieme, destra e sinistra». Anna: «È sbagliato insultare Fioroni, e sua madre». Fabrizio: «Sì, però Fioroni... «. Anna: «Sono rimasta alla mentalità degli anni Settanta, pensate a Woodstock, erano bellissimi, in pace, manifestavano in modo pacifico, sereni».
Per forza. L´intero prontuario delle erbe e dei funghi. Meglio della fiera di Busalla. Cristallizzazione della dietilamide dell´acido lisergico in forma di tartrato. In chimica avrebbero preso otto. Va be´, erano fatti. Fabrizio: «Anche venerdì». Anna: «Io sono per manifestazioni diverse». Martina: «Ho visto i filmati del G8... «. Fabrizio: «Ma era più serio, tematiche diverse».
Nel giurassico della Repubblica - la prima, quella della Costituzione, i padri di quell´altra si sono occupati dei diritti dei bilanci - lenzuola rosse con gli slogan del giorno, freschi e duri al punto giusto. E bandiere (fazzolettini attaccati a robusti manici), Clark (similclark, per la precisione) ai piedi, jeans scampanati, camicie a scacchi e giacconi. I katanga rigorosamente in lungo. Eskimo. Armadi di carne. Li sceglievano in base all´altezza, come i corazzieri.
Oggi si va con la scarpa da ginnastica nella sua multiforme e variopinta declinazione, la maglietta sovraombelicale e il jeans sottomutandico, una felpa, con o senza cappuccio, eventuale cappellino. Altro è evocare la zona rossa, sei anni fa questi ragazzi erano bambini. Il G8 è stato diverso. Serio no, per carità. Del resto non sarebbe neanche stato rimandato a settembre (ci ha pensato Bin Laden), è stato bocciato subito - sarà vero? - dalla storia.


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