Repubblica/genova: Genitori all´attacco della Gelmini "Fuorilegge le aule sovraffollate"
Esposti in Provincia: violate le norme sulla sicurezza
Per i vigili del fuoco non ci sono dubbi: in ogni locale degli istituti non possono convivere più di ventisei persone
L´assessore Cappello: "Siamo tra l´incudine e il martello, il ministero pressa,ma noi dobbiamo tutelare gli studenti"
GIUSEPPE FILETTO
Classi e aule sovraffollate, con più di 26 alunni, qua e là anche con 32 e persino con 38. Fuorilegge. Tanto che la Provincia, proprio in queste ore ha incaricato il suo ufficio legale di studiare come affrontare le varie situazioni di illegalità. «Per capire con che tipo di provvedimento possiamo affrontare questa difficile situazione», confessa Manuela Cappello, assessore provinciale all´Istruzione.
Per l´Ufficio Prevenzione Incendi dei vigili del fuoco il decreto del Ministero dell´Interno, emanato il 26 agosto ‘92, è chiaro. Al punto 5, comma zero, sta scritto: "Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in: 26 persone/aula". «È un numero progettuale, ma importante dal punto di vista della sicurezza - spiega Sandro Gambelli, vice comandante provinciale dei vigili del fuoco -: serve a stabilire i parametri da rispettare, che riguardano vie di fuga, cioè porte, scale, uscite di sicurezza». Questa normativa fa a botte però con il recente Decreto-Gelmini, che impone a presidi e direttori di formare classi prime (di nuova formazione) con un numero minimo di allievi di 27. Che mette nei guadi tantissimi istituti genovesi. Quantomeno costretti a rivedere i piani di sicurezza, precisa l´ingegnere Gambelli: «È un obbligo del dirigente scolastico, che è anche il datore di lavoro e risponde del personale alle sue dipendenze, ma anche degli studenti». Nel secondo capoverso il punto 5, infatti, dice: "Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo..., l´indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell´attività".
I capi di istituto, in una situazione di "illegalità", chiamano in causa i proprietari degli edifici, cioè su Comune (per scuole materne, elementari e medie) e Provincia (superiori), pretendendo l´adeguamento. «Ci troviamo tra l´incudine e il martello - si difende Manuela Cappello - da una parte siamo pressati dalla normativa ministeriale, adottata dall´Ufficio Scolastico Provinciale, dall´altra diventiamo fuorilegge perché non riusciamo più a garantire i livelli di sicurezza dentro gli edifici».
La delicata vicenda è stata sollevata da alcuni esposti, inoltrati dai genitori, preoccupati dei loro figli, finiti in aule che ospitano perfino 35 alunni. Ma anche dai precari, rimasti senza posto proprio per l´aumento del numero di allievi per classe. Le denunce sono state inviate all´assessorato all´Istruzione della Provincia e, a quanto pare, per conoscenza pure all´Ufficio di Polizia Giudiziaria dei vigili del fuoco.
L´assessore Cappello non nasconde le preoccupazioni per una situazione che rischia di esplodere. Quantomeno, per una nuova fase, che richiederebbe diversi interventi di adeguamento delle aule con più di 26 alunni, create dal recente Decreto-Gelmini. Una vicenda che oltre ad essere presa in esame dai vigili del fuoco potrebbe interessare la Procura della Repubblica. Sempre lo stesso decreto sulla prevenzione incendi, che ieri la Provincia ha letto e riletto, sottolinea che "le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 ed aprirsi in senso dell´esodo quando il numero massimo di persone presenti nell´aula sia superiore a 25...".
«Se dovessimo seguire la normativa alla lettera, dovremmo chiudere le scuole - dice Dante Taccani, preside dell´alberghiero Bergese - è più razionale valutare il rischio e porre le contromisure, ma è anche vero che, quando succede un incidente, in causa è chiamato il capo d´istituto, sul quale ricade la responsabilità penale». Per garantire la sicurezza e limitare il rischio nei laboratori, al Bergese in questi giorni stanno adottando il sistema delle turnazioni.