Repubblica/Genova: "Disciplina dissolta e regole insufficienti alla base del crollo"
Il gadget maestro di vita, le famiglie pigre e disintegrate, il circolo vizioso dei debiti formativi, i libri di testo oscuri, il rischio della scuola generalista, le poche regole insufficienti di una disciplina scolastica dissolta
Parla Sergio Canazza, dirigente scolastico del Lanfranconi di Voltri
Cinque chiavi per capire la debacle "Il modello è l´ Isola dei famosi..."
MICHELA BOMPANI
Il gadget maestro di vita, le famiglie pigre e disintegrate, il circolo vizioso dei debiti formativi, i libri di testo oscuri, il rischio della scuola generalista, le poche regole insufficienti di una disciplina scolastica dissolta. Sono le cinque chiavi d´oro per decifrare la débâcle di studenti nei licei scientifici cittadini, secondo Sergio Canazza, dirigente scolastico dello scientifico Lanfranconi di Voltri.
E la ragione per cui il suo liceo, nel cuore del Ponente (con succursale a Sestri), non ha particolarmente risentito dello tsunami bocciature, è nella radice del territorio: «Qui c´è ancora - spiega il preside - una cultura e un´etica del lavoro, che dalle famiglie passa ai ragazzi. E, anche se comincia a scemare, un po´ aiuta».
«Il gadget è il simbolo della società in cui vivono questi ragazzi - dice - un successo semplice ed effimero, di isole dei famosi e grandi fratelli, di veline e tronisti, i modelli che offriamo ai giovani certo non inducono alla passione per lo studio, per la riflessione, e al sacrificio per ottenere qualcosa». Non solo, Canazza lo sente sulla pelle, propria e dei suoi insegnanti: la famiglia delega alla scuola anche molti compiti che invece le appartengono. «In più, le famiglie non atomizzate dalla separazione dei genitori sono davvero rare e i ragazzi, sempre più fragili, ne soffrono enormemente». Punta il dito, Canazza, contro lo «sciagurato sistema dei debiti» che gli scaltri alunni hanno trasformato in un metodo per trascurare anche un paio di materie e godersi serafici la promozione.
Poi ci sono i libri di testo: «Sono diventati complicatissimi: griglie, schemi, interdisciplinarietà esasperata che confonde invece di arricchire», accusa Canazza, e la stessa scuola viene spinta, dalla politica, verso un enciclopedismo che sta già portando all´esplosione del sapere, cioè al non sapere. «La scuola deve fare cultura, formare: non è un contenitore dove infilare ogni disciplina che qualche bagarre politica del momento decide come fondamentale», punta i piedi. Il problema non sono bullismo, droga, bocciature: questi sono solo sintomi. Del male dei giovani e della scuola che deve riuscire a riprendere il filo, interrotto con loro.