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Repubblica: Gaffe sulla resistenza nei programmi dei licei

Non era citata dal Ministero

31/03/2010
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la Repubblica

SIMONETTA FIORI

La Resistenza non c´è. La si cerca invano nel programma di storia per l´ultimo anno dei licei. Ecco il fascismo. Poi la crisi del ´29 e le sue conseguenze nel mondo. Il nazismo. La shoah e gli altri genocidi del XX secolo. La seconda guerra mondiale. Ecco, forse arriva ora la guerra partigiana. No, a seguire c´è la guerra fredda, il confronto ideologico tra democrazia e comunismo. Ed ancora, l´Onu. Siamo troppo avanti, bisogna tornare alla riga precedente: ma dov´è la Resistenza? Non si vede. Si prova a domandarlo al consigliere del ministro Gelmini, Max Bruschi, che reagisce: «Ma non ha letto qui, dopo la voce Onu? È ben esplicitato: Formazione e tappe dell´Italia Repubblicana. Naturalmente è sottintesa la Resistenza. L´abbiamo inclusa senza citarla tra i capitoli fondativi della storia repubblicana. È un modo per rafforzarla, no?».
Al ministero della Pubblica Istruzione non capiscono le reazioni provocate dalla cancellazione della parola Resistenza dai curricola scolastici dei licei. «Come se la Costituzione e la nostra Repubblica fossero sbocciate dal nulla», protesta Manuela Gizzoni, capogruppo del Pd in Commissione Istruzione alla Camera. Bruschi liquida come "pretestuose" le polemiche. «Le assicuro che non c´è da parte nostra nessuna intenzione di cancellare quella esperienza storica, tutt´altro». In mattinata una nota del Miur aveva definito "priva di fondamento" la notizia riportata da Italia Oggi secondo cui l´insegnamento della Resistenza a scuola sarebbe stato ridimensionato. «La Resistenza continuerà ad essere affrontata come momento significativo della storia d´Italia». Punto e basta.
Scusi l´insistenza, dottor Bruschi, ma se è "un momento significativo della storia d´Italia" perché non nominarla esplicitamente nel programma scolastico? «Forse che indichiamo esplicitamente la prima guerra d´indipendenza quando si parla di Risorgimento?». Ma le sembra un paragone appropriato? Stiamo parlando di un passaggio fondamentale dell´Italia democratica che è stato oggetto nell´ultimo quindicennio di un tentativo storico-politico di liquidazione: quando avete steso il programma, ve ne siete dimenticati? «Eh, ma quanta suscettibilità. Noi non volevano urtare la sensibilità di nessuno. Ripeto: nessuna esclusione ideologica. Se è un problema, non abbiamo alcuna difficoltà a indicare esplicitamente la Resistenza nei programmi scolastici. Per noi era scontato. Sarebbe come insegnare la matematica senza le tabelline». Ovvio, no?


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