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Repubblica-Fumano spinelli nel bagno della scuola preside condannato a un anno e 8 mesi

Milano, il giudice sentenzia: il responsabile del liceo Majorana di Rho "sapeva cosa facevano i suoi studenti" Fumano spinelli nel bagno della scuola preside condannato a un anno e 8 mesi MARCO ...

29/06/2004
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la Repubblica

Milano, il giudice sentenzia: il responsabile del liceo Majorana di Rho "sapeva cosa facevano i suoi studenti"
Fumano spinelli nel bagno della scuola preside condannato a un anno e 8 mesi

MARCO MENSURATI

MILANO - Gli alunni fumano spinelli nei bagni della scuola e il preside che lo sa e non fa nulla per impedirlo viene condannato a un anno e otto mesi di carcere per favoreggiamento. La decisione è stata presa ieri pomeriggio a Milano dal giudice Beatrice Secchi dopo una lunghissima camera di consiglio. Bruno Dagnini, il preside del liceo scientifico Majorana di Rho, paesotto dell'hinterland milanese era stato indagato poco più di un anno fa dal pubblico ministero Gianluca Braghò dopo che i carabinieri del posto avevano fatto una serie di interventi nell'istituto trovando prove dell'utilizzo e dello spaccio di marijuana e hashish da parte degli studenti (due dei quali furono pure arrestati). Il coinvolgimento del preside non fu però immediato. Perché venisse formalmente accusato ci vollero le denunce di tre professori che parlavano di una situazione nota a tutti, all'interno del Majorana, una situazione alla quale il preside non aveva mai voluto porre rimedio.
Le stesse dichiarazioni, ieri, hanno fatto da perno al processo che si è celebrato con il rito abbreviato, determinando il convincimento finale del giudice: il preside sapeva perfettamente che nei bagni della sua scuola si fumava e, soprattutto, si spacciava. A dirlo non sono solamente i tre docenti (con i quali, ha però spiegato il preside, erano in corso pesanti vertenze "che con la droga nei bagni non avevano nulla a che vedere") ma anche altre persone. Agli atti ci sono molte testimonianze: a partire da quella di una bidella - "dissi più volte al preside che nei bagni i ragazzi fumavano e si passavano quella roba, lui mi ha sempre risposto di non preoccuparmi" - per finire con una lettera datata 2001 in cui un professore "chiede di affrontare una volta per tutte il problema della droga nei bagni". Bagni che un paio di volte sono stati trovati addirittura intasati dai cilum (pipe per fumare l'hashish) dei ragazzi.
"La mia scelta educativa - si è difeso il professore - è sempre stata quella di parlare con i ragazzi, di indurli a capire". Il giudice ha invece ritenuto che il preside abbia addirittura "agevolato l'uso di sostanze stupefacenti", "consentendo che i ragazzi adibissero" i bagni della scuola a luogo di ritrovo abituale per fumare. Il legale del preside, Giuliano Pisapia, ha annunciato il ricorso in appello.
PROTAGONISTA
Bruno Dagnini, responsabile del liceo scientifico
"Una sentenza pericolosa nessun collega è tranquillo"

Accade in tutte le scuole, io sono anni che lotto inutilmente contro la droga

MILANO - Bruno Dagnini, preside del liceo scientifico Majorana, è seduto sulla panca di fronte alla stanza in cui il giudice Beatrice Secchi sta scrivendo la sentenza. Elegante e composto, ha aspettato la in silenzio per tutto il pomeriggio. Al suo fianco, l'avvocato Giuliano Pisapia, preoccupato anche lui. Il pm Braghò è a pochi metri di distanza, in piedi. La porta si apre pochi minuti dopo le cinque. I tre entrano nella stanza. Pochi secondi, giusto il tempo della lettura della sentenza che condanna Dagnini a un anno e otto mesi di carcere. "Sentenza esemplare", dice qualcuno all'uscita dalla stanza, e subito si innesca la reazione del preside. "Le sentenze non devono essere esemplari, le sentenze devono essere giuste. Una sentenza esemplare fa schifo di per sé. E io non ho più la minima fiducia in questa giustizia".
Farete appello, professore?
"Senza dubbio. Anche perché questa è una decisione pericolosa".
Perché?
"Perché crea un precedente incredibile. Non c'è nessun mio collega, sano di mente, che possa sentirsi tranquillo, dopo oggi. In tutte le scuole c'è il fenomeno degli spinelli, in alcune scuole c'è anche di peggio. E noi cosa ci possiamo fare?"
Denuncia ai carabinieri?
"Noi siamo educatori. I carabinieri, la polizia, la repressione generalizzata, non legata alla comprensione, è una resa. Ed è inutile. Io sono anni che lotto contro questo fenomeno. Faccio convegni, organizzo dibattiti, per spiegare, per provare a farmi capire. Pensi che abbiamo fatto anche un ciclo di conferenze con la Guardia di Finanza per provare a comunicare meglio".
E come è andata?
"Bene. È andata bene. Abbiamo lavorato insieme a lungo e senza problemi. Fino a che non sono arrivati i carabinieri. Guardi, sono davvero esterrefatto. Penso che in tutta questa storia ci sia qualcosa d'altro".
Ad esempio?
"Non lo so. Ho il timore che qui si stia cercando per forza un capro espiatorio. Ma io non ho la minima intenzione di esserlo. Una sentenza del genere ignora quale sia il vero punto della questione. Che è uno e semplice: nelle scuole non si coltiva l'erba. Nelle scuole semmai si cerca di affrontare il tema delle droghe, di parlare".
(ma.me.)


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