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Repubblica: Formigoni: è vera laicità io aiuterei pure gli islamici

Pregiudizio statalista Il governatore della Lombardia da sei anni distribuisce "buoni scuola"

30/05/2008
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la Repubblica

Devono essere premiate le scuole di qualità. Bisogna uscire dal pregiudizio statalista. Dovrebbe valere anche per gli ospedali
CINZIA SASSO

MILANO - Presidente Formigoni, il Papa chiede che lo Stato sostenga le scuole cattoliche. Non è - come molti sostengono - un vulnus alla laicità?
«In realtà quello del Papa mi sembra un discorso molto laico e rispettoso, che prende le mosse da una lettura lucida della realtà italiana. Le nostra scuola è piazzata agli ultimi posti in quanto a risultati e il nostro sistema scolastico è tra i più costosi al mondo. Quello che occorre è introdurre e realizzare una sana competizione. E i finanziamenti dovrebbero premiare le scuole libere, non solo quelle cattoliche. Il Papa allude a un pluralismo educativo che è ciò di cui il Paese ha bisogno. Lo dice il Papa, ma potrebbe dirlo qualsiasi persona di buon senso».
Ma la Costituzione garantisce già l´istruzione per tutti, e lo Stato se ne fa carico.
«L´angolo dal quale bisogna uscire è proprio quello del vecchio pregiudizio statalista. Devono essere premiate le scuole che danno un´offerta educativa di qualità. Sul terreno dell´educazione, soprattutto, per garantire un futuro all´Italia è necessaria un´iniezione di qualità che si ottiene anche introducendo il principio di concorrenza. E ripeto, non importa che siano necessariamente scuole cattoliche».
Allora, ad esempio, finanziamenti anche a una scuola musulmana?
«Perché no. Se rispetta i principi stabiliti, se si parla in italiano e non si insegna la sharia, se ha un´offerta educativa alta. Noi in Lombardia diamo da sei anni il buono scuola e tra le famiglie che lo ricevono ci sono quelle che mandano i figli alla scuola tedesca, alla steineriana, a quella della comunità ebraica».
Nel decalogo che lei ha sottoposto al presidente del Consiglio, tra gli altri punti ha segnalato proprio la necessità di estendere il buono scuola a tutta Italia. Berlusconi non le ha ancora risposto.
«Mi auguro che anche il governo si muova in questa direzione, ma non sono già qui a chiedere la sveglia dopo così poco tempo».
Non ci sono molti soldi a disposizione, però. Perché mai si dovrebbero privilegiare le scuole private?
«Non è una richiesta di privilegio, è il riconoscimento a un impegno che già esiste. Pensiamo alla Bocconi: prepara dei giovani che aiutano l´industria italiana a qualificarsi verso l´alto. È giusto che lo Stato la finanzi e premi questo impegno che è una delle chiavi per far ripartire il Paese».
Se si danno soldi all´Università Cattolica, ne rimangono meno per quella Statale.
«Bisogna distribuire equamente i finanziamenti e in base al principio della concorrenza, accadrà che la scuola che perde alunni sarà stimolata a migliorare. In Lombardia abbiamo fatto lo stesso con la sanità. Nel ‘95 siamo stati crocefissi, adesso ci seguono tutti. Abbiamo preso i migliori ospedali e li abbiamo ammessi al finanziamento pubblico; alla gente non importa se l´ospedale è pubblico o privato, gli importa che guarisca».
Ma in questo modo non si smantella lo Stato?
«No, in questo modo si fanno felici i cittadini».


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