Repubblica/Firenze: Via sessanta corsi di laurea
Il decreto Mussi impone una cura dimagrante all´offerta dell´ateneo
Il prorettore Rogari: "Per settembre 2008 contiamo di eliminarne il 30%". Ad Architettura in qualche caso si pensa anche ad una riduzione delle matricole
Nel mirino ci sono soprattutto le docenze a contratto, moltiplicate a dismisura
Forti cambiamenti in vista a Psicologia, dove la media è di un professore ogni 107 studenti
LAURA MONTANARI
MENO corsi e meno docenti a contratto. L´università fiorentina si prepara a snellire le cattedre «accessorie» con una robusta dieta. E´ uno degli effetti dell´applicazione del decreto Mussi che impone di fatto alle università di riorganizzare la docenza rispettando nuovi e più rigidi criteri. Basta con la proliferazione dei corsi e gli esami spezzatino di tre crediti. «Accorpiamo per qualificare e semplifichiamo i percorsi didattici» precisa Sandro Rogari, il prorettore dell´ateneo che da mesi lavora alla regia di questo cambiamento delicato e profondo al tempo stesso. «Per fare i conti è prematuro - spiega cauto Rogari - diciamo che a Firenze contiamo di ridurre i corsi, fra lauree triennali e specialistiche di circa il 30 per cento. Significa passare dagli attuali 210-215 fra primo e secondo livello, a quota 140-150 per il settembre del 2008». Ma i numeri non sono ancora precisi.
La riduzione non riguarderà tutte le facoltà, ma molte sì. Architettura per esempio, conta di riconfermare il corso di laurea a ciclo unico (quinquennale) e in Scienze dell´Architettura (3+2), ma con una riduzione delle matricole per quest´ultima, spiega il preside Franco Innocenti, «da 250 potremmo, ma è ancora un´ipotesi, scendere a 150». Riduzione in vista anche per il corso di laurea in Disegno industriale di Calenzano che potrebbe dimezzare le matricole: da 300 a 150. «Oggi quel corso ha molti studenti e pochi professori, dobbiamo bilanciarlo - spiega Innocenti - e dei tre indirizzi (o curricula) ne terremo uno». Quanti contratti annuali risparmierà la facoltà non è ancora possibile saperlo, ma aggiunge Raimondi «è vero che ne abbiamo molti, ma meno del resto dell´ateneo». Altre novità: il corso di urbanistica e pianificazione territoriale diventerà una laurea in «comproprietà» con Agraria e la facoltà di via Micheli, che in controtendenza rispetto alle altre, attiverà una nuova laurea specialistica in paesaggio. A Lettere, secondo quanto spiega la preside Franca Pecchioli, le lauree triennali scenderanno dalle attuali 14 a 11, mentre le magistrali (o specialistiche) da 26 scenderanno a 17. Qualche esempio: i tre corsi in Beni culturali verranno accorpati in uno solo («sia pure con tre curricula» precisa la preside), a Lingue un solo corso di laurea al posto dei due attuali. Tutto ancora da decidere per l´indirizzo di Cultura e Stilismo della moda uno dei corsi che, a leggere l´ultimo rapporto del Nucleo di valutazione dell´ateneo (i dati si basano su quelli del 2004) può contare soltanto sul 3,7 per cento di docenti strutturati, le altre cattedre sono tutte a contratto. «Ovvio che dovremo tenere conto - riprende Sandro Rogari - di certi corsi professionalizzanti che non possono fare a meno dei docenti esterni, uno di questi è a Scienze politiche, il corso di Scienze sociali». Il corso di Moda a Lettere potrebbe essere unificato a quello di Progettazione della Moda di Architettura: il tira e molla con riunioni e confronti, va avanti da un po´ di mesi senza ancora una decisione definitiva. «L´ateneo - interviene Stefano Chimichi, presidente del corso che fa riferimento ad Architettura - richiede che in una triennale ci sia almeno il 50 per cento di docenti strutturati, per questo stiamo valutando se conviene di più un accorpamento con il corso di Moda di Lettere o piuttosto con Disegno industriale. Dalla riorganizzazione pensiamo di dover rinunciare a un numero che varia fra le quindici o le venti docenze a contratto». Chimichi spiega anche che il corso dovrà snellire gli indirizzi e che con ogni probabilità manterrà i curricula di Abbigliamento, Accessori di oreficeria e Grafica e fotografia (unico, quest´ultimo, in Italia), ma dovrà cancellare l´indirizzo Tessile e quello relativo allo Spettacolo.
Non sono toccati dal riordinamento i corsi di Medicina: «Abbiamo i numeri per continuare a fare le cose che abbiamo sempre fatto - spiega il preside Giovanni Orlandini - le novità riguarderanno Biotecnologie (interfacoltà fra Medicina, Agraria e Farmacia) e Scienze Motorie, c´è una commissione che è al lavoro». Cambiamenti in vista invece ce ne saranno a Psicologia, facoltà che ha una media, dice il preside Saulo Sirigatti, di un docente ogni 107 studenti (contro quella di ateneo che è di un docente ogni 25 allievi) e che è l´unica ad avere più docenti a contratto che docenti di ruolo: «Nella riorganizzazione perderemo diversi contratti annuali, da un terzo al 50 per cento - avverte il preside - terremo una sola laurea triennale con all´interno quattro indirizzi, mentre manterremo lo stesso numero di specialistiche».