Repubblica/Firenze: Università, crisi in arrivo
una storia complessa che affonda nella questione irrisolta dell´università italiana e nelle difficoltà specifiche di quella fiorentina
´intervista
PIETRO JOZZELLI
Un numero rilevante di professori dell´università fiorentina andrà in pensione tra il 2008 e il 2010. Almeno 163. Di questi, novanta sono ordinari di grande competenza e in molti casi, di grandissima competenza. Questi professori non saranno sostituiti. Per due motivi, perchè non ci sono soldi per arruolare specialisti a questo livello di carriera universitaria (si assumeranno ricercatori) e perché negli ultimi anni sono stati nominati troppi ordinari, la piramide delle carriere è rovesciata, è arrivato il momento di tornare a un ordine più equilibrato dove alla base delle carriere ci sono ricercatori e associati in numero più congruo rispetto agli ordinari. Insieme a questa misura, l´università fiorentina ha varato recentemente (anticipando la riforma Mussi) anche una riduzione dei corsi per semplificare e risparmiare. Il rettore Marinelli dice: "Ottimi maestri hanno sempre ottimi allievi" per respingere la critica di quanti sostengono che, rinunciando al turn over di comprovate capacità, l´università rischia di impoverire la sua offerta di eccellenza. Allo stato, più che una spiegazione di quanto sta avvenendo, quella di Marinelli è una speranza.
E´ una storia complessa che affonda nella questione irrisolta dell´università italiana e nelle difficoltà specifiche di quella fiorentina che, dal grande esborso degli ultimi anni per il polo umanistico di Novoli, non ha ancora trovato la capacità di recuperare un accettabile equilibrio di bilancio. L´università vive una contraddizione: da una parte se non fa tagli severi non esce dal girone dei dannati, dall´altra se li fa, bloccando il turnover al vertice, rischia di diventare una università con minore eccellenza. Nel frattempo, 19 università italiane hanno proposto la ripartizione dei fondi nazionali secondo due parametri: la qualità della produzione scientifica e il mantenimento delle spese per il personale al di sotto del 90%. Nel primo parametro, Firenze ci sta alla grande; nel secondo è fuori alla grande. Il rischio, se la proposta delle 19 diventasse realtà, è che i finanziamenti relativi a Firenze diminuirebbero.
Dunque, siamo alla vigilia di un bivio importante: c´è da chiedersi quanto l´impegno finanziario per Novoli sia l´origine di tutte le difficoltà, quanto abbia contribuito al deficit una certa facilità nella proliferazione dei corsi e degli ordinari in cattedra nelle singole facoltà, quanto si poteva fare e non si è fatto, quanto si poteva, usando occhi lunghi, anticipare i tempi difficili che stanno davanti all´ateneo. Essendo la seconda impresa della città, la questione interessa non solo i prof e gli studenti, ma tutta la città.