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Repubblica/Firenze: Troppe spese? Colpa dello Stato

Università, il rettore al contrattacco: Mussi sbaglia

14/11/2007
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la Repubblica

Dietro il braccio di ferro le difficoltà dell´ateneo: turn over solo al 35%. Polemica anche a Pisa

SIMONA POLI
MUSSI attacca Marinelli sulla sua gestione del bilancio universitario e il rettore di Firenze gli risponde per le rime e precisa: «Lo sforamento dipende dallo Stato che non ci ha versato i soldi per gli aumenti degli stipendi». Marinelli la mette così: «Prendo atto con sconcerto della reazione del ministero ma noto che si conferma quanto ho spiegato a Repubblica ed è stato pubblicato domenica 11 novembre. Cioè la possibilità di assumere ricercatori nella misura del 35 per cento del turn over e di accedere così ai fondi stanziati dalla legge, anche per gli atenei in cui le spese di personale abbiano superato la percentuale del 90 per cento sul fondo di finanziamento ordinario». In Italia sono quattro le università nel mirino del governo: Firenze, Pisa, Trieste e Napoli Orientale

Quattro atenei che secondo il ministero «negli ultimi anni hanno ritenuto facoltativa la buona amministrazione, a spese dello Stato». A quei 20 milioni, insomma, chi ha già superato la soglia della spesa non ha diritto di accesso. Marinelli sostiene però che il suo ricorso presentato alla Corte dei Conti, che Mussi contesta, non mirava a quel pacchetto di finanziamenti ma solo alla possibilità di usufruire del 35 per cento di ricambio del personale docente che va in pensione. «In prima stesura», spiega il rettore, «lo schema di decreto che doveva definire i criteri della distribuzione dei 20 milioni non teneva conto della possibilità di assumere nei limiti di una quota del turn over. Di qui i dubbi da me rappresentati alla Corte dei Conti che esercita un controllo d´ufficio sui decreti ministeriali. Il decreto che Mussi ha assunto ieri in sostituzione del precedente recepisce le nostre osservazioni. Quando parlai con Repubblica dissi qual era la mia opinione e cioè che la questione sarebbe stata chiarita». Marinelli respinge al mittente le critiche di Mussi e passa al contrattacco: «Come il ministro sa bene i rilievi della Corte dei Conti riguardano solo aspetti di legittimità o conformità alle norme vigenti, quindi, se si deve proprio parlare di responsabilità a riguardo, esse sono di chi redige il provvedimento e non di chi chiede che sia applicata la legge». Ma se le cose fossero così semplici come si spiega allora la precisazione di Mussi che annuncia dal prossimo anno una stretta ai finanziamenti «che saranno legati al rientro dei bilanci e alla valutazione dei risultati»? Marinelli ha una risposta pronta anche per questo. «L´università di Firenze ha espresso un giudizio favorevole sul Patto per l´Università e la Ricerca del governo e sta già lavorando, sulla base dei relativi parametri, per definire gli orientamenti al bilancio preventivo 2008 e a quello pluriennale. Non abbiamo mai nascosto le difficoltà di bilancio», aggiunge, «e neppure le dinamiche che a queste ci hanno portato. Se Firenze avesse ricevuto in questi anni dallo Stato gli aumenti stipendiali del personale docente e tecnico-amministrativo - 58 milioni fra il 2000 e il 2006 - che sono decisi a livello centrale ma dal 2000 hanno pesato sui bilanci degli atenei saremmo ben al di sotto della soglia del 90 per cento. Su questa spesa, poi, non incidono solo gli incrementi del numero di docenti e ricercatori - in questo senso fra il 2001 e il 2006 siamo cresciuti al di sotto della media nazionale, e cioè il 7% a confronto di un 13% - ma anche le progressioni automatiche di carriera».
Nessuna colpa, insomma, Marinelli imputa a se stesso. E c´è da giurare che la polemica non finirà qui. Nella stessa situazione di Firenze è anche Pisa, dove ieri una ventina di docenti precari, sia ricercatori che dottorandi, ha interrotto la seduta del consiglio d´amministrazione per portare una lettera aperta al rettore Marco Pasquali in cui chiedono «una verifica delle scelte e delle responsabilità che hanno condotto all´attuale eccedenza delle spese di personale». A nome dei precari parla il professor Alessandro Breccia: «Questa polemica con il ministero è un´occasione per riflettere su come è stata governata l´università di Pisa negli ultimi anni: il peso delle retribuzioni degli ordinari si è gonfiato enormemente e in 11 anni il loro numero è salito del 30 per cento, mentre i ricercatori sono diminuiti del 3 per cento. Purtroppo il consiglio d´amministrazione ci ha ascoltati ma non ha accettato di discutere le nostre richieste. Ci vorrebbe più trasparenza nelle scelte che riguardano il nostro futuro. Cosa farà Pasquali per evitare che si ripeta questa situazione?».


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