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Repubblica/Firenze: Su 19 alunni 14 stranieri: tutti in una classe

Polemiche alla media Machiavelli: gli iscritti sono di 9 nazionalità diverse, pochi sanno l´italiano. Lastri: vanno ridistribuiti

18/09/2007
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la Repubblica

maria cristina carratù
Per capire che c´era qualcosa che non andava, è bastato scorrere l´elenco degli alunni, appeso in bacheca: 14 cognomi stranieri su 19 iscritti alla prima della scuola media Machiavelli, sezione F, distaccata alla scuola elementare Nencioni di via Montebello. Stranieri di ben 9 nazionalità: Pakistan, Perù, Giappone, Marocco, Romania, Filippine, Ecuador, Brasile, ex Jugoslavia. Tutti insieme, come avverrà sempre più spesso, visto che l´incremento medio di bambini stranieri nelle scuole di Firenze (già il 13,50% della popolazione scolastica) è ogni anno del 2%, ma certo non secondo il principio della «equilibrata distribuzione» delle iscrizioni prevista dalle Linee guida del ministero, emanate nel 2006. E secondo cui, in presenza di «fenomeni di concentrazione», si richiede una «mirata collaborazione» con tutta la rete delle scuole, nonché con gli enti locali, per distribuire appunto «con equilibrio» le nuove presenze. La scoperta della classe «anomala» della Machiavelli - il cui tasso di concentrazione di stranieri (75%) ne fa la prima e l´unica del genere a Firenze (dove, al massimo, si arriva al 30-35%), ha suscitato nelle famiglie perplessità, prima. E poi un deciso malumore.
(segue dalla prima di cronaca)
maria cristina carratù
Di fronte alle prime prove in classe è apparso subito chiaro come la straordinaria occasione di arricchimento reciproco rappresentata dalla multiculturalità possa diventare, in casi come questi, una palla al piede. Secondo i dati anagrafici degli alunni iscritti, infatti, analizzati dall´ufficio scuola del Comune, almeno 4 bambini stranieri della prima F sono arrivati direttamente dal loro paese d´origine e non parlano l´italiano, altri due vengono da un´altra città italiana e sono anche più grandi di età (12 e 13 anni), uno è ripetente. Solo 1 su 14 è nato in Italia e dunque per nessuno di loro si può parlare propriamente di stranieri di seconda generazione, anche se 7 vengono da scuole fiorentine, frequentate però per periodi di durata diversa, e dunque con risultati (dal punto dell´apprendimento della lingua) tutti da valutare.
Ma perché mettere insieme una classe così, in barba non solo agli indirizzi del ministero, ma anche del buon senso? La dirigente scolastica, Sonia Salsi, non rilascia dichiarazioni, nel suo ufficio si spiega soltanto che la commissione per la formazione delle classi «ha semplicemente tenuto conto delle zone di residenza degli stranieri, e delle loro richieste» e che la presunta anomalia della classe «dipende in realtà da una percezione sbagliata delle altre famiglie», destinata a svanire col passare del tempo. In realtà, ad accorgersi che qualcosa non andava era stata per prima l´assessore alla pubblica istruzione del Comune Daniela Lastri. Che nei mesi scorsi aveva già contestato alla dirigente di aver voluto mantenere distaccata dentro una scuola elementare una sezione di media «nonostante la consegna dei nuovi locali dove accoglierla, dentro la sede di via Cardatori, sia prevista per il prossimo dicembre».
Il trasferimento in via Montebello si era reso necessario anni fa, per rivitalizzare la scuola elementare alle prese con un drastico calo di iscrizioni, ma ormai, ricorda Lastri, «l´operazione non ha più senso, visto che adesso la Nencioni, ormai in crescita, ha urgente bisogno anche dello spazio occupato dalla media Machiavelli».
Ma in quell´occasione l´assessore aveva anche espresso «la massima perplessità per quella classe, oltretutto, così squilibrata, e con dentro tante nazionalità diverse, come mai se ne sono avute a Firenze», rimessa insieme quest´anno dopo un ‘buco´ di iscrizioni che, con rammarico della dirigenza scolastica, l´anno scorso aveva impedito la formazione della prima. Un allarme preoccupante, che depone a sfavore della capacità di accoglienza delle scuole fiorentine? «Ci mancherebbe» ribatte Lastri, «l´inclusione, nella nostra città, è sempre stata un obiettivo primario in tutti gli ambiti, a cominciare proprio dalle scuole». E però, «classi così non favoriscono nessuno, e tantomeno gli stranieri. In un gruppo troppo eterogeneo è inevitabile che l´apprendimento finisca per andare a rilento, con un danno generale e il rischio di un incremento ulteriore degli abbandoni scolastici, già così frequenti fra i nuovi arrivati». Mentre, sostiene l´assessore, «anche le famiglie fiorentine corrono un pericolo: che si alimenti un rancore di fondo, che non fa mai bene alla complessiva integrazione sociale». Da qui l´appello del Comune: «Si rimetta mano alla classe» chiede Lastri, «ridistribuendo i ragazzi in altre sezioni, o in altre scuole. Anche il Comune è pronto a fare la sua parte. Prima che sia troppo tardi».


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