Repubblica-Firenze-Scuole senza soldi: non pagano ai Comuni la tassa sui rifiuti
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IL PROBLEMA
Il governo di Roma dà pochi finanziamenti, in molte città toscane situazione critica
Scuole senza soldi: non pagano ai Comuni la tassa sui rifiuti
A metà mese incontro tra Anci e ministero per tentare una via d'accordo
FEDERICO NOCENTINI
Il Ministero continua a tagliare i soldi per la pubblica istruzione, così cresce il debito delle scuole che non possono pagare la tassa comunale sui rifiuti. Dal 2001, infatti, tutti gli istituti scolastici devono versare ai Comuni la Tarsu, tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, come accade per privati e aziende. Il problema è che lo stato non eroga i soldi sufficienti per pagare il tributo, violando un accordo stipulato nel settembre 2001 dalla conferenza Stato-Regioni. In quell'accordo lo Stato, aveva deciso di stanziare una somma annua forfettaria di 75 miliardi di vecchie lire, per il pagamento della Tarsu. Quest'anno però il ministero ha concesso solo 12 milioni di euro e alla Toscana è toccato un milione. Pochi soldi, considerando i dati forniti da Palazzo Vecchio dai quali emerge che, le scuole fiorentine dal 2001, hanno un debito complessivo di 1.918.249,52 euro. Per il momento, "nessun ordine di pagamento è stato notificato alle scuole", dice l'assessore alla Pubblica istruzione di Palazzo Vecchio Daniela Lastri. Che aggiunge: "Noi non vogliamo fare un braccio di ferro con le scuole, il ministero deve trovare i soldi necessari e le scuole si devono mobilitare perché questo avvenga". A metà settembre a Roma si terrà un incontro tra l'Anci (associazione dei Comuni) e il ministero per chiedere che i fondi necessari per le scuole vengano inseriti nella prossima Finanziaria.
Non tutte le situazioni sono simili. Nel Valdarno i comuni di Figline e di San Giovanni hanno un debito nei confronti delle loro scuole, rispettivamente di 30.000 e di di 89.000 euro. Sul bilancio di San Giovanni, oltre alle scuole, pesano anche tre istituti superiori statali e un corso distaccato dell'università di Siena. "Qui le scuole sono quasi tutte in regola e chi non lo è ha chiesto pagamenti dilazionati", dice l'assessore alla Pubblica istruzione Emanuele Bani. A Prato la maggior parte degli istituti ha pagato usando i fondi destinati all'attività didattica. A Livorno invece nessuna scuola ha versato la Tarsu: l'amministrazione comunale ha scritto ai dirigenti scolastici invitandoli a rivolgersi al ministero "per ottenere un fondo straordinario", come spiega Laura Rossi, dirigente della pubblica istruzione. A Pistoia invece la tassa sui rifiuti è stata pagata solo per gli anni 2001 e 2002, mentre restano da saldare gli importi fino al 2005. I comuni, in caso di estrema emergenza, possono arrivare a pignorare gli arredi scolastici. Ovviamente si tratta di un espediente teorico perché senza sedie e banchi è impossibile svolgere l'attività didattica. E poi non si è mai visto un Comune che pignora se stesso. Addirittura a Figline Valdarno - racconta il vicesindaco Luciano Tagliaferri - lo scorso anno il Comune ha deliberato che i beni pubblici non possano essere pignorati. E le scuole non possono chiudere per debiti.