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Repubblica/Firenze: Questa scuola è allo sfascio si ribellano anche i bambini

Tanti piccini insieme a genitori e insegnanti alla manifestazione contro i tagli

09/05/2007
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la Repubblica

Delega-zione sale in prefettura

LAURA MONTANARI

Dario ha cinque anni e un cartello al collo quasi più alto di lui che dice: «Scuola pubblica, sono aperte le iscrizioni» e sullo sfondo la foto di un edificio decrepito e cadente. Dario non sa leggere, il cartello glielo ha fatto la sua mamma che ieri, assieme a un centinaio di altri genitori, insegnanti e bambini ha manifestato davanti alla prefettura, in via Cavour, contro i tagli all´istruzione. Davide, il babbo di Beatrice, della materna Montagnola si è messo al collo un manifesto: «Ho diritto alla supplente». Un altro genitore: «E´ finita anche la carta igienica». Tra rabbia e ironia, la scuola al verde, con le casse vuote e le classi affollate di problemi, dalle materne alle superiori, protesta dietro lo striscione, «Eliminare il tempo pieno è rubare il futuro soprattutto a chi ha meno», firmato dal coordinamento insegnanti-genitori.
Sul marciapiede in via Cavour arriva anche Eros Cruccolini, presidente del consiglio comunale: «Il tempo pieno deve essere garantito, è stato una conquista della scuola degli anni Ottanta, le famiglie ne hanno bisogno, lo richiedono. Non possiamo accettare che si aumenti la spesa militare e si diminuisca l´impegno per la formazione, dalla scuola alle università». Una delegazione di genitori è stata ieri ricevuta in prefettura, è stato chiesto di convocare un tavolo di confronto sull´emergenza istruzione. «Mio figlio va alla materna del Sansovino - spiega Patrizia, una mamma - ci siamo sentiti chiedere di portare lo scottex, il sapone, i pennarelli. Non ci sono soldi, bisogna arrangiarsi, fare i turni, la colletta, ogni tanto qualche genitore porta i pacchi di fogli bianchi dall´ufficio. Ma io mi chiedo: è possibile ridurre la scuola pubblica in questo stato?». Sergio, è presidente del consiglio di istituto del comprensivo del Galluzzo: «Abbiamo ricevuto 2,40 euro di finanziamento a bambino quando il decreto ne annuncia otto. La nostra scuola ha avuto un finanziamento di 40mila euro, lo scorso anno solo per le supplenze ne abbiamo spesi 120mila e avevamo un plesso in meno. Come si fa a far tornare i conti?». I tagli alle cattedre provocano un aumento delle medie degli alunni per classe, una diminuzione del sostegno ai bambini con handicap, uno stop alla crescita del tempo pieno non perché manchi la richiesta, ma perché le maestre non possono essere pagate. Stessa cosa per il tempo prolungato nelle medie inferiori. La ricaduta di tutto questo sulla didattica, è un conto che si farà in seguito. Per ora si falciano i bilanci senza guardare le facce e le storie che ci sono dietro i numeri. Ma la scuola non tace. Un gruppo di genitori e insegnanti dell´Isolotto ha convocato per mercoledì 16 maggio un incontro con amministratori e direttori didattici alle ore 21 al circolo Arci di via Maccari. Lunedì 21 maggio (ore 21 all´Arci in piazza Ciompi) altra assemblea con i rappresentanti dei partiti di governo «invitati a dare risposte concrete alle emergenze scolastiche». Protesta anche la Gilda Toscana degli insegnanti che denuncia: «La didattica è gravemente danneggiata, sono a rischio i processi di accoglienza e integrazione. Assistiamo anche a frequenti interruzioni delle attività per andare a sostituire i colleghi assenti. In mancanza di fondi e di personale, lo scenario che si prospetta è quello di una scuola in cui diventerà prioritario garantire la sorveglianza, più che il diritto allo studio».


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