Repubblica/firenze: Nuovi fondi per i ricercatori braccio di ferro col ministero
Escluse Pisa e Firenze, quest´ultima presenta un esposto alla Corte dei conti: "Ci hanno dato ragione"
LAURA MONTANARI
Quando, un mese fa, hanno letto il decreto firmato dal ministro Mussi sulla distribuzione del fondo da venti milioni di euro per il reclutamento di nuovi ricercatori, all´ateneo fiorentino hanno fatto un balzo sulla sedia. Lo stesso a Pisa e poi anche a Napoli Orientale e a Trieste. Mezza riga ha ghiacciato i sorrisi, quella mezza riga in cui si precisava che potevano accedere ai finanziamenti per il reclutamento dei ricercatori gli atenei che non superavano nelle spese per il personale dipendente la soglia del 90 per cento del Fondo di finanziamento ordinario. Detto in altre parole: significava escludere, quattro università italiane, fra queste Firenze e Pisa. Un segnale, diceva qualcuno, che il ministero voleva mandare alle università che avevano i bilanci con i conti da aggiustare. Un´ingiustizia, hanno pensato altri sulle rive dell´Arno e il rettore pisano Marco Pasquali lo dice a chiare lettere: «Gli atenei di Firenze e Pisa sono finiti ai primi posti in Italia nella graduatoria del Civr (il nucleo di valutazione nazionale) per i risultati della ricerca e quando si tratta di poter assumere dei ricercatori noi veniamo penalizzati: che senso ha tutto questo?». Firenze è subito corsa ai ripari presentando un esposto alla Corte dei Conti e questa ha accolto le osservazioni e rispedito il decreto al ministero chiedendo ulteriori spiegazioni.
«Si è trattato di un´interpretazione errata» tranquillizza adesso il rettore Augusto Marinelli. «Non c´è nessun problema, abbiamo avuto delle garanzie verbali proprio dal ministero dell´università: accederemo a quei fondi per il reclutamento di nuovi ricercatori, noi quest´anno ne abbiamo assunti quarantacinque e possiamo co-finanziarli nella quota che spetterà a Firenze». A essere precisi, assicurazioni scritte dal ministero ancora non se ne leggono: «Ma arriveranno» ripete il rettore.
Tuttavia la preoccupazione che circolava in ateneo era così reale e forte che dal palazzo di piazza San Marco è partito un esposto indirizzato alla Corte dei Conti e allo stesso ministero. «Non era proprio un esposto, era una richiesta di chiarimenti» cerca di smorzare le polemiche Marinelli. L´azione ha comunque fatto breccia perché, sempre a sentire il rettore, l´università fiorentina potrà, come già prevede la normativa per chi sfora il tetto del 90 per cento, assumere ma con una restrizione sul turn-over (la restrizione è pre-esistente al decreto Mussi sui ricercatori): non possono rimpiazzare tutti i docenti che vanno in pensione le università che superano quota 90, ma recluteranno posti in una percentuale che si aggira intorno al 35 per cento. E una parte di quei posti che andranno a ricercatori, potranno avvalersi del co-finanziamento ministeriale, così promette Marinelli. «Parliamoci chiaro - aggiunge il rettore di Pisa Pasquali - non stiamo parlando di un esercito di ricercatori, ma di fondi che basteranno a reclutarne 4-500 in tutta Italia».