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Repubblica/Firenze: Lezioni private che salasso 40 euro per un´ora di latino

Inefficaci i corsi di recupero delle scuole, i debiti si saldano mettendo mano al portafogli

14/09/2007
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la Repubblica

il dirigente
il sindacato
i prezzi

"Come mai tanti fondi sono fermi nelle casse degli istituti?"
MARIA CRISTINA CARRATU´

PER le famiglie non è una scoperta: le scuole sono due. Quella ufficiale, dove, una volta accumulati debiti, smaltirli diventa un´impresa da titani (come dimostra il raddoppio, quest´anno, dei maturandi bocciati rispetto all´anno scorso: 6,6% contro il 3,3%). E la scuola ‘sommersa´, quella delle ripetizioni private, dove, chi può, cerca di recuperare sul serio il terreno perduto fra i banchi. A costi spesso insostenibili: per un´ora di lezione di latino, greco, matematica, fisica, le materie più difficili e richieste, un insegnante chiede anche 40 euro l´ora, tutti a nero, mentre più abbordabili (ma anche giudicati meno affidabili), sono i laureati e i laureandi, che scendono a 20, o, per materie meno difficili, anche a 10 o 15. Un fenomeno, a giudicare dalla mole di annunci sparsi ovunque (e soprattutto in Internet) poco o niente intaccato dalla istituzione dei corsi di recupero a cura delle stesse scuole (e per i quali un insegnante riceve in media 28,41 euro lordi, 19,48 netti, con differenze a seconda dell´anzianità e delle materie). Corsi di cui, peraltro, nessuno ha mai verificato né l´effettivo svolgimento né l´efficacia. Nemmeno l´Ufficio scolastico regionale: «Abbiamo dato per scontato che l´offerta ci fosse, visto che nessuno ci ha mai fatto esposti» spiega il dirigente Cesare Angotti. Per un malinteso rispetto dell´autonomia, - e anche a causa di una programmazione scolastica ingessata, orari di lavoro rigidi, scarsi margini di impiego libero delle risorse da parte dei presidi, e insegnanti che nessuno può costringere a questo - si è lasciato che ognuno si regolasse a piacere. E che a scuole come lo scientifico Gramsci (corsi di recupero dei debiti fra settembre e ottobre, più corsi durante l´anno per intercettare per tempo gli studenti in difficoltà), se ne affiancassero altre dove il recupero consiste in un semplice ripasso «a razzo» nella prima metà di settembre, con gruppi troppo numerosi e insegnanti per niente motivati. E verifiche mai davvero rigorose.
Così, per le lezioni private potrebbe prepararsi addirittura un rilancio se davvero, come ha detto il ministro Fioroni, si tornasse all´esame di riparazione a settembre, previo test di ammissione. Sbarramento che richiederà una preparazione vera, e di fronte a cui perciò, se dovesse protrarsi l´attuale sistema, la scuola pubblica, anziché garantire a tutti le stesse opportunità, creerebbe inaccettabili discriminazioni. Ovvio infatti che le famiglie meno abbienti, o meno attente alla preparazione dei figli, si accontenterebbero di quello che passa il convento, mentre le più ricche o più colte correrebbero (come già fanno) a pagarsi le lezioni a casa. «Una prospettiva che impone di darsi una mossa» dice Mario Battistini della Cgil, membro del Consiglio nazionale della pubblica istruzione. «O i corsi di recupero delle scuole diventano davvero cogenti ed efficaci, oppure si rischia di rimettere tutto in mano ai privati». Servirebbero più soldi. Ma prima spendiamo bene quelli che già ci sono, avverte Rita Manzani Digoro, presidente regionale dell´Associazione genitori Age: «Come mai tanti fondi destinati ai corsi di recupero sono fermi nelle casse delle scuole?».


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