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Repubblica/Firenze: La scuola come inferno nelle nomine dei precari

Continua al Marco Polo la nomina dei supplenti

27/08/2008
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la Repubblica

Il reportage
GAIA RAU

Altro giro, altra corsa. Seconda giornata di passione all´Istituto tecnico per il turismo Marco Polo, protagonisti questa volta gli insegnanti precari delle materie umanistiche, tecniche e scientifiche. Insieme ai loro colleghi delle discipline scientifiche e linguistiche, che saranno nominati oggi, riempiranno le ottocento cattedre destinate alle supplenze annuali nelle scuole medie (300) e superiori (500).

Le nomine scorrono su un video, fino al 2007 veniva usata la carta carbone
Caos graduatorie: chi è in testa può vedersi sorpassato dalle categorie "speciali"

GAIA RAU

(segue dalla prima di cronaca)
Ottocento insegnanti a tutti gli effetti, pronti ad entrare in servizio il primo settembre come i loro colleghi di ruolo, ma, a differenza di questi, destinati a tornare disoccupati il 30 giugno, alla fine della scuola. E a ricominciare tutto daccapo: un´altra graduatoria, un´altra convocazione, un´altra nomina per ritornare, magari, a insegnare alla stessa classe l´anno successivo. C´è chi questa vita la fa da dieci, venti, anche trent´anni anni. Sono i cosiddetti «precari storici», quelli che al Marco Polo, ormai, conoscono tutti. Aspettano seduti a gruppetti, dispensano consigli ai più giovani, che leggono nei loro occhi rassegnati lo stesso futuro che sembra destinato loro. Un futuro di incertezza e di attese, un futuro che fa paura. «In questi giorni - racconta Alessandra Faini della Flc-Cgil - sono state nominate anche tre professoresse ultrasessantacinquenni, che hanno vinto il ricorso per poter continuare a insegnare pur avendo superato l´età pensionabile. Ovviamente, sempre come precarie».
In sala docenti, dove attendono di essere convocati i supplenti delle materie tecniche, c´è Stefania Baggiani che ha 57 anni e ha iniziato a insegnare economia aziendale nel ´76. Prima alla scuola privata, poi alla pubblica. «Ma nella mia graduatoria, sono quasi una bambina», sorride. Accanto a lei ci sono Roberto Mannucci e Sauro Portini, specializzati nella stessa materia, che rispetto a Stefania sono quasi dei novellini, visto che entrambi hanno cominciato a insegnare «solo» nell´89. Alle spalle hanno laurea, dottorato e master, «ma è tutta carta straccia», dice Sauro, «perché qui chiunque può arrivare e passarti davanti». «C´è chi passa alle superiori dopo aver insegnato vent´anni alle elementari, grazie ai trasferimenti di ruolo. Non hanno idea del lavoro che devono fare, non hanno la nostra esperienza, ma nelle graduatorie hanno posti riservati», racconta. «Un altro problema - dice Roberto - sono i cosiddetti "riservisti": mi riferisco a quel 7 per cento dell´organico di diritto che è riservato a portatori di handicap o altre categorie tutelate. Peccato che nessuna commissione vigili sulle condizioni effettive di queste persone, che, possono essere tranquillamente orfani sessantenni o finti invalidi. Abbiamo anche provato a scrivere al ministro Brunetta, perché predisponga dei controlli, ma non abbiamo avuto risposta». «Insomma - chiosa Stefania - è sempre la stessa storia, e intanto noi il posto fisso e la pensione ce li possiamo scordare».
Dentro l´auditorium aspettano i futuri insegnanti delle materie umanistiche. In mattinata saranno assegnate le cattedre per le superiori, nel pomeriggio quelle per le medie. «Tornate pure alle 14», ripete l´altoparlante. Ma c´è chi non si fida, e decide comunque di non allontanarsi troppo, per paura di non rispondere all´appello e venire cancellato, senza possibilità di venire reinserito in graduatoria. Meglio fumare un´altra sigaretta, l´ennesima, seduto nel cortile, e continuare ad aspettare. Qualche giovane mamma ne approfitta per allattare il bambino, come Anna, che ha in collo Giovanni, di appena 4 mesi. «Me l´ha portato mio marito per farlo mangiare: oggi lo tiene lui, si è preso un giorno di ferie». Elena e Rossella si sono invece organizzate per il pranzo con le buste gialle dell´Esselunga piene di pane, affettati e frutta: «Al bar c´è un tale macello, l´anno scorso non siamo riuscite a mangiare, così quest´anno abbiamo preferito fare la spesa prima di arrivare».
All´interno dell´aula, alle chiamate della commissione corrisponde un elenco che scorre lentamente su uno schermo, collegato a un terminale da cui è possibile stampare i fogli con le nomine. Sembrerebbe un meccanismo normale, in realtà scopriamo che si tratta di qualcosa di estremamente rivoluzionario: «L´impianto è stato acquistato dall´ufficio scolastico provinciale a proprie spese - racconta ancora Alessandra Faini - fino all´anno scorso le nomine venivano scritte a mano e copiate su carta carbone». Lunedì, per l´assegnazione di circa 300 posti di sostegno, le operazioni sono andate avanti fino alle undici di sera. Alla fine tutte le cattedre sono state assegnate, e le graduatorie esaurite. Ieri le procedure sono state un po´ più rapide, perché per le classi di concorso previste non esiste la procedura delle nomine incrociate (la possibilità, cioè, di interrompere l´esame di una graduatoria e passare all´altra sulla base della scelta dell´insegnante).


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